Ebbene sì, cari concittadini, il nostro sindaco Alessandro Ghinelli è di nuovo “al giro”, sempre indaffarato a promuovere la cultura e il prestigio di Arezzo… ma rigorosamente a distanza di sicurezza dai marciapiedi sventrati, dalle buche che trasformano le strade in percorsi a ostacoli e dai cumuli di degrado urbano che sembrano ormai parte integrante del nostro panorama.
L’ultima tappa del suo tour mondiale? San Francisco, ovviamente. Non per gustarsi un hamburger o farsi una passeggiata sul Golden Gate, ma per annunciare la proroga della mostra internazionale “Il Teatro delle Virtù” dedicata a Giorgio Vasari, che continuerà ad incantare (forse) il pubblico fino al 2 marzo 2025.
Il sindaco, nel cuore dell’Innovit – l’hub italiano per l’innovazione e la cultura nella città californiana – ha illustrato con grande enfasi le meraviglie della mostra. Ha snocciolato dettagli sulle opere prestate da luoghi prestigiosi come il Metropolitan Museum di New York, sottolineando l’importanza della Pala Tarlati di Pietro Lorenzetti, vero fiore all’occhiello del nostro patrimonio. Certo, un patrimonio talmente ricco da sembrare quasi uno schiaffo alla realtà quotidiana di Arezzo, dove il “teatro” della virtù si trasforma troppo spesso in un teatro dell’assurdo.
Ci chiediamo: quanta gente da San Francisco si metterà in viaggio per Arezzo dopo questo annuncio trionfale? Perché, con tutto il rispetto per Vasari e le sue opere, ci pare difficile immaginare una folla oceanica di californiani in arrivo, magari disposti a farsi un selfie accanto a una delle nostre buche o davanti a un cassonetto traboccante.
E il sindaco? Riuscirà, tra un volo intercontinentale e una conferenza stampa, a notare che le strade di Arezzo sembrano più adatte a un rally che a una passeggiata? Forse basterebbe che guardasse fuori dal finestrino mentre si reca al prossimo evento culturale per accorgersi che qualcosa non torna.
Le opere di Vasari sono indubbiamente imponenti, ma basteranno a compensare le piccolezze quotidiane che ci troviamo a vivere? Certo, la proroga della mostra è una bella notizia. Ma viene naturale chiedersi: mentre i riflettori sono puntati su capolavori secolari, chi si occuperà di quei dettagli meno glamour, come il marciapiede che si sgretola davanti alla scuola o il parco giochi trasformato in un deposito di rifiuti?
Alla fine, la domanda è una sola: quando il sindaco tornerà da San Francisco – o dalla prossima tappa del suo personalissimo tour mondiale – avrà un attimo per fermarsi? Per guardarsi attorno? Per scoprire che il vero capolavoro da realizzare è rendere Arezzo vivibile, oltre che visitabile?
Forse allora, e solo allora, anche i cittadini potranno cominciare a sentirsi protagonisti di un “teatro delle virtù” degno di questo nome. Fino ad allora, continuiamo a consolarci con l’arte, sperando che almeno quella non inciampi nelle buche.
Concordo !