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Sabato 11 gennaio: apertura dell’anno giostresco 2025 con la cerimonia dell’offerta dei ceri

Offerta dei Ceri al Beato Gregorio X: un omaggio alla storia e alla tradizione

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L’Anno Giostresco 2025 prende ufficialmente il via sabato 11 gennaio con la ventisettesima edizione della Cerimonia di Offerta dei Ceri al Beato Gregorio X. L’evento, che unisce storia, fede e tradizione, avrà inizio in piazza San Jacopo alle ore 18.00 con l’esibizione dei Musici e degli Sbandieratori.

Alle ore 18.25, il corteo, formato dai Gruppi Musici, Sbandieratori, rappresentative dei quattro quartieri e Signa Arretii, partirà da piazza San Jacopo percorrendo Corso Italia, Canto De’ Bacci, via Cavour e via Cesalpino, fino a raggiungere Palazzo Comunale. Qui, alle 18.45 in Piazza della Libertà, si uniranno il sindaco Alessandro Ghinelli, l’Araldo, la Magistratura della Giostra, la Fraternita dei Laici e i Quartieri per dirigersi insieme verso la Cattedrale.

Alle 19.00, il solenne ingresso dei figuranti in Duomo darà inizio alla cerimonia. I rettori dei quattro quartieri offriranno ciascuno un cero votivo, decorato dall’artista senese Rita Rossella Ciani, al Beato Gregorio X. Ogni quartiere effettuerà inoltre una donazione a favore del Caritas Baby Hospital di Betlemme, il presidio pediatrico gestito da suore cattoliche, destinatario del ricavato dell’evento grazie all’iniziativa di don Alvaro Bardelli.

La figura di Gregorio X e il legame con Arezzo

Gregorio X, nato a Piacenza nel 1210, fu eletto papa nel 1271 durante un lungo concilio durato tre anni. In quel periodo si trovava in Terrasanta, dove incontrò Marco Polo e i suoi fratelli al rientro dalla loro avventura in Oriente. Durante il ritorno dal Concilio di Lione, accompagnato dal vescovo di Arezzo Guglielmo degli Ubertini, si ammalò e si fermò ad Arezzo, dove morì il 10 gennaio 1276.

Gregorio X lasciò un generoso lascito per la costruzione della nuova cattedrale e fu successivamente beatificato, diventando co-patrono di Arezzo insieme a San Donato. Dal 1327, la città commemora la sua morte con una solenne cerimonia in Duomo, incentrata sull’offerta di 100 libbre di cera.

Questa tradizione secolare, rinnovata ogni anno, rappresenta un momento di unione e di memoria storica per la comunità aretina.

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