Marusca tra Diomede e i “Prati”: una Zarina in viaggio
Il gossip di Cesare Fracassi
Dal gelo della Chukotka al calore dei casinò di Las Vegas: la bizzarra avventura di Marusca, tra incontri surreali e colpi di scena storici
Marusca visita Diomede Marusca, con la sua inseparabile renna Lena, parte per un’avventura singolare. Lasciata Lena in una stalla di Levrentiya, un piccolo villaggio nella penisola dei Chukchi, si imbarca per raggiungere l’isola di Grande Diomede (Bol’shoy). Quest’isola di 30 km², composta per lo più di rocce, è una reliquia dell’impero sovietico: gli Inuit che vi abitavano furono trasferiti negli anni ’60, lasciando il posto a una base di osservazione segreta ancora attiva.Continua a leggere
Qui, Marusca incontra Ivanov, un gigante di due metri, incaricato di monitorare gli Stati Uniti. Di fronte a Grande Diomede, infatti, si trova la Piccola Diomede, ancora abitata da una comunità Inuit di circa ottanta persone. L’incontro tra i due è surreale: Marusca, una donna bionda dai tratti particolari – occhi celesti, gambe minute e una statura “picinina” – e Ivanov, con il suo sguardo abituato all’orizzonte, si ritrovano coinvolti in una storia d’amore insolita e tragica. Dopo una notte disastrosa, causata dall’assunzione accidentale di una pastiglia di cobalto radioattivo da parte di Ivanov, Marusca ne ordina l’eliminazione.
Una lezione di storia e la missione della Zarina
Prima di proseguire il viaggio di Marusca, è doveroso un excursus storico. Le isole Diomede e l’Alaska furono scoperte nel 1728 dal danese Vitus Bering e furono sotto il dominio zarista fino al 1867, quando lo zar fu costretto a venderle agli Stati Uniti per sanare i debiti con le banche teutoniche. Marusca, però, sente un legame con queste terre appartenute ai suoi avi e decide di proseguire il viaggio verso l’Alaska.
Marusca va in Alaska e… nei Prati
Con un passaporto contraffatto, Marusca riesce a entrare in Alaska. Qui, il freddo la costringe a rifugiarsi in un hotel di lusso frequentato da dirigenti petroliferi. In questa cornice, incontra Dado Garcia de Laplay, un nobile messicano dalla figura rotonda e con baffi in stile comunista anni ’90. Tra i due nasce un flirt spontaneo, e Dado convince Marusca a seguirlo ai “Prati”.
Ma che cosa sono i Prati? Nel 1904, un immigrato aretino in Nevada iniziò a giocare a piastrelle (bocce piatte) in quella che allora era una distesa desertica. Chiamò questi campi “prati”, e da lì nacque il mito di Las Vegas. Nel 1931, con la legalizzazione del gioco d’azzardo, la città si trasformò nel paradiso del casinò.Continua a leggere
Dado, appassionato giocatore, porta Marusca all’Holiday Inn vicino al Mirage. Dopo una lunga giornata di viaggio e un drastico cambio climatico – dai gelidi -30° dell’Alaska ai torridi +24° di Las Vegas – si avventurano al celebre Riviera. Qui, tra slot machine e dadi, Dado vince ben 20.000 dollari.
Ma la fortuna non dura. Al Caesars Palace, dopo un tentativo maldestro di replicare il successo, vengono lasciati entrambi in mutande. Scoperto che Marusca è una donna, le viene consegnato un burka per coprirsi.
Prossima puntata
Marusca e Garcia alle prese con le avventure (e disavventure) di Las Vegas. Tra alti e bassi, un amore che sfida il destino… o forse no?
Marusca e Dado a mani vuote
Usciti in mutande e burka, Dodo e Marusca non sanno come fare… Chi è stato a Las Vegas sa com’è: foto, telefoni, programmi di invito da parte di escort spettacolari, e pure in strada ti adescano ogni cinque metri.
Intanto, la scomparsa della Zarina ha messo i servizi segreti russi in allarme. Sono stati mobilitati agenti e ambasciate in Canada, Stati Uniti e persino in Vaticano per rintracciare la detentrice del potere.Continua a leggere
Mary, nella sua stanza all’Holiday Inn, si era infilata una minigonna di appena 15 centimetri, tacchi alti 14, calze a rete provocanti e delle chappette molto in vista, anche se piuttosto brutte… “Sì, sì, bellissime e sexy, così va bene?!” disse ironicamente, osservandosi allo specchio. Con un bolerino a strisce bianche e rosse, si mise a passeggiare davanti al Venice, mentre poco distante, in attenta osservazione, c’era Garcia.
Il primo a fermarsi fu un barbone che chiese a Mary:
“Quanto mi dai se ti avessi…?”
Marusca scappò piangendo e si rifugiò tra le braccia del suo nobile amore messicano. Dopo qualche minuto, quando si fu ripresa e ritruccata, tornò a passeggiare, questa volta 200 metri più in là.
Si avvicinò un uomo ubriaco, un nero, che le chiese:
“Quanto vuoi?”
Mary rispose: “50 dollari!”
Lui: “Troppo!”
Mary: “30 dollari!”
Lui: “Ma io faccio veloce!”
Mary: “20 dollari, non uno di meno!”
Lui: “Ho solo 5 dollari… e ne ho proprio bisogno!”
Mary, irritata: “Allontanati, ho da lavorare!”
Lui: “Sai dove posso trovare un altro cesso per fare pipì?”
Proprio in quel momento, un SUV nero si affiancò a Mary e la costrinsero a salire a bordo. Garcia, osservando la scena, decise di intervenire, ma fu catturato anche lui e caricato in un’altra macchina. Erano gli agenti della squadra KPR23 dei servizi segreti russi.
De Laplay si ritrovò, dopo un periodo di incoscienza, in una cella arredata come una camera da letto rosa, nel cuore del Cremlino. Gli fu detto che quella stanza veniva usata occasionalmente da Marusca. Intanto, il popolo russo esultava: finalmente avevano trovato qualcuno che…
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale.
Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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