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Il silenzio che ascolta

Il potere nascosto dell’ascolto: un atto semplice che trasforma le relazioni e arricchisce l’anima

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Ti sei mai chiesto quanto sia potente l’ascolto? Sembra un gesto semplice, quasi banale: fermarsi, guardare negli occhi una persona e lasciarla parlare. Eppure, spesso facciamo fatica. Chiediamo “Come stai?”, ma non aspettiamo nemmeno una risposta. Tagliamo le parole, anticipiamo le frasi, riempiamo il silenzio con quello che sappiamo già, come se il nostro dire fosse più importante del mondo che ci circonda. Ma in quel momento, perdiamo qualcosa di prezioso: l’opportunità di imparare, di entrare in un universo diverso dal nostro.

Ascoltare significa regalare tempo e attenzione. Non è solo sentire le parole, ma accogliere le emozioni, i pensieri e i silenzi dell’altro. È un atto di generosità che non costa nulla, ma può cambiare tutto. Chi ascolta davvero diventa uno specchio gentile in cui l’altro può riflettersi, sentirsi accolto e, forse, trovare un po’ di chiarezza anche nei propri pensieri confusi.

Eppure, questo non è un percorso facile. Lo so bene, perché ci sto lavorando anche io. Fuori casa riesco ad ascoltare con attenzione e calma, ma in famiglia a volte mi accorgo che mi anticipo, interrompo, pensando già di sapere dove l’altro vuole arrivare. È come se il tempo fosse troppo poco per permettermi di aspettare. So che è un comportamento diffuso e umano, ma non per questo meno importante da migliorare. Lavorare su di sé richiede tempo e consapevolezza, ma credo che valga sempre la pena, soprattutto per chi ci sta vicino e merita il nostro ascolto migliore.

C’è un mistero nell’ascolto: è uno dei pochi modi per conoscere davvero qualcosa di nuovo. Quando parliamo, ripetiamo ciò che sappiamo. Ma quando ci fermiamo e diamo spazio all’altro, scopriamo mondi sconosciuti. Potremmo scoprire storie che non ci saremmo mai immaginati, dettagli che illuminano angoli bui della nostra comprensione, o persino verità su noi stessi che non avevamo mai visto prima.

Ascoltare, però, richiede coraggio. Significa mettere da parte il proprio ego, rinunciare per un momento al bisogno di essere protagonisti. Significa accettare che il nostro silenzio è altrettanto importante delle nostre parole. Non è facile, perché viviamo in un mondo che ci spinge a parlare, a condividere, a esprimere opinioni su tutto. Ma forse, proprio per questo, l’ascolto è diventato un dono raro e prezioso.

Pensiamo a quanto sarebbe diverso il mondo se tutti imparassero ad ascoltare un po’ di più. Quante incomprensioni potrebbero essere evitate, quante relazioni migliorate. Forse il segreto sta nel considerare l’ascolto come un’arte, una capacità da coltivare con cura. Non basta sentire, bisogna essere presenti, con il corpo e con il cuore.

La prossima volta che qualcuno ti parla, prova a fare un esperimento: non interrompere, non anticipare, non pensare a cosa rispondere mentre l’altro ancora sta parlando. Semplicemente, ascolta. Potresti scoprire che, in quel silenzio, si nasconde una ricchezza che non avevi mai immaginato.

E chissà, forse imparando ad ascoltare gli altri, impareremo anche ad ascoltare noi stessi. Perché il vero ascolto, alla fine, non è solo un dono per chi parla, ma anche per chi si ferma a sentire. S.S.C.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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