LA METROPOLITANA DELLE GALASSIE
Un tunnel cosmico collega una moltitudine di galassie, formato dalle esplosioni di supernove che hanno creato uno spazio di circa 1.000 anni luce. Questa vasta “bolla”, formatasi circa 15 milioni di anni fa a seguito della deflagrazione di antiche stelle, ha ripulito lo spazio interstellare, aprendo una sorta di “canna di fucile” tra le stelle.
Potremmo trovarci su una linea di metropolitane galattiche, con altre ancora da scoprire. Si ipotizza che circa 65 milioni di anni fa un meteorite, originato forse da una di queste esplosioni, abbia colpito la Terra provocando l’estinzione dei dinosauri.Continua a leggere
Oggi, un piccolo brachiosauro, soprannominato Dodo, è vivo e vegeto. Alcuni mesi fa, infatti, un uovo di enormi dimensioni, simile a una damigiana da 50 kg, è stato rinvenuto in una miniera di rame cilena. Trasportato in un laboratorio di Albuquerque, New Mexico, è stato posto in un’incubatrice a ioni proteici a una temperatura di 23 gradi. Dopo sei settimane, è nato Dodo, lungo inizialmente 50 centimetri. Nutrito con erba medica disidratata e fiocchi d’avena, in un mese ha raggiunto i due metri di lunghezza. Ora, a sei mesi di vita, si trova presso la base militare di Fort Cavazos, in Texas, sotto la supervisione del sergente maggiore Manuel De Las Palmas. Si dice che sia lungo ormai quattro metri e che scorrazzare nei prati della base sia la sua attività preferita. Vi aggiorneremo presto con ulteriori notizie su Dodo e il suo insolito guardiano.
DODO E MANUEL, CACCIATI DA FORT CAVAZOS, AFFRONTANO IL VIAGGIO IN TRENO
Il piccolo Dodo, ormai lungo quattro metri e abituato a scorazzare nei prati della base militare di Fort Cavazos, è stato dichiarato indesiderato. Il generale Williams Maccart ha notato che i suoi escrementi rendevano l’ambiente poco salubre e che non vi erano rotoli di carta igienica abbastanza grandi per le sue necessità. Il sergente maggiore Manuel, suo custode, era arrivato persino a utilizzare le bobine di carta di una stamperia.
Dodo e Manuel sono stati quindi caricati su un container e trasferiti alla stazione ferroviaria di Santa Fe, dove sono saliti a bordo di un treno merci.
“Manuel, dove andiamo ora?”, chiede Dodo, comunicando in inglese tramite suoni gutturali rallentati.
“Andiamo a San Diego, al mare!”, risponde Manuel.Continua a leggere
Arrivati nella stazione ferroviaria di Santa Fe, Manuel e Dodo si dirigono verso la spiaggia di La Jolla. Qui, tra villette e giardini, attraversano un dedalo di stradine per raggiungere una scogliera che si affaccia su una spiaggia di sabbia bianca, punteggiata da rocce. Sulla spiaggia, un leone marino prende il sole, circondato da foche e altri animali marini.
Manuel, attirando l’attenzione dei bagnanti curiosi di sapere di più sul piccolo brachiosauro, viene circondato da un gruppo di ragazze affascinate. Una di loro si avvicina e con fare giocoso attira Manuel da parte, mentre Dodo, rimasto solo, si mette a piangere. Sconfortato, si butta in mare, indossando un buffo salvagente che gli avvolge il lungo collo come una strana ciminiera. Senza esitare, inizia a nuotare verso il largo.
Accortosi dell’assenza di Dodo, Manuel si lancia in mare con un salvagente e, dopo due ore di nuoto, riesce a raggiungerlo nel mezzo dell’oceano. Insieme avvistano un’isola misteriosa, fitta di foreste tropicali. Approfittando di una piccola spiaggia, risalgono un sentiero che conduce a un altopiano dominato da un vulcano spento, il cui cratere è così ampio che potrebbe contenere una città intera con grattacieli. All’improvviso, un suono di corno risuona fino al mare.
“Dodo, chi sarà mai?”, chiede Manuel.
“Sembra un corno tibetano”, risponde Dodo.
“È per me… il richiamo della foresta?”
“Non fare lo sciocco, Dodo,” ribatte Manuel, “sei nato in un uovo trovato in una miniera cilena, sei stato incubato e allevato a Fort Cavazos, hai attraversato l’oceano… che cosa ne sai tu della foresta?”
Manuel sta per terminare il discorso quando…