Al fuoco, al fuoco! Brucia Arezzo: l’incendio ai tempi di Silla
Ugo: “Dai, aiutatemi! Un mezzo giro glielo ho fatto fare, ma questa maledetta manovella del trasfer non funziona!”
“Al fuoco, al fuoco! Brucia Arezzo!” gridò Lucius Vigilantes. I due ragazzi, impietriti dalle fiamme che avvolgevano gran parte del Foro, videro l’incendio propagarsi verso via Mazzini e via Cavour, che allora non portavano ancora quei nomi.
“Prendete quei due ragazzi e portateli in salvo!” urlò lo stesso Lucius. Ormai l’incendio aveva invaso tutta la città alta, appiccato dalle milizie di Silla. Un centurione incendiario riuscì ad afferrare i due giovani, portandoli in salvo ma facendoli prigionieri. Furono condotti a Roma, al cospetto di colui che aveva ordinato l’incendio di Arezzo e l’eccidio di molti suoi cittadini.Continua a leggere
Silla: “Oh, ragazzi, che facevate vestiti così nel Foro della città traditrice?”
Lyn: “Noi eravamo con gli Etruschi e Socrate, quello che dice di non sapere… poi ci siamo trovati in mezzo al fuoco. Ma tu chi sei!?”
Cerase (piano): “Lyn, è quel dittatore Silla, che ha sconfitto il popolare Mario!”
Silla: “Dittatore?! Io sono colui che ha conquistato territori in Asia Minore e nel Medio Oriente, mentre Mario, al suo rientro a Roma, si è fatto nominare console. Lui è un cercatore di poltrone, che ha intortato molte città romane con i suoi discorsi, convincendole ad aiutarlo con armi e denaro, e Arezzo era una di queste! Predicava democrazia, integrazione degli schiavi, salvaguardia del territorio, case per tutti… e nell’anno in cui è stato console non ha fatto una beneamata minchia, come dicono in Trinacria (la terra delle tre punte). Ora mi tocca fare il duro: farò un nuovo codice, assumerò pieni poteri come un imperatore, ricostruirò le città distrutte dalla mia vendetta e le renderò più belle di prima. Sarò un uomo del fare. Ma le vostre famiglie dovranno pagare un lauto riscatto se vi vorranno indietro!”
Lyn: “La mia mamma, prima poteva permettersi di pagare un riscatto, guadagnava benino. Ma ora, con la sua passione per il cucito, fa solo la casalinga!”
Cerase: “La mia mamma è la stessa della sua, siamo fratelli, ma di padri diversi. Il mio babbo sta tutto il giorno in terrazza, come il padre di Lyn, senza più lavoro. Poi c’è la tessera alimentare… quel che rimane lo spende con la sua icona, per fare regalini a Ranka!”
Silla: “I vostri genitori sono proprio sfaccendati… Ma dove vi siete cacciati…? Guardie, a me!!”
Lyn e Cerase da Mecenate: Un viaggio nel tempo tra Arretium e Roma
Ugo: “Un po’ si è spostata, ora mi riposo, non ce la faccio più!”
Ruth: “Tieni, bevi un po’ di Vov!”
Ugo: “Vov?! Volevi dire lo zabaione con alcol?”
Aloe: “Non fare lo gnorri, che dopo aver riportato qui quei due ragazzi, ti servirà una tripla razione per accontentare me e Ruth!”
Cerase: “Siamo ancora ai tempi dei Romani, speriamo che Silla non chieda ancora il riscatto!” Continua a leggere
Lyn: “Scusi, cavaliere (eques), sa mica che anno è?”
Eques: “Siamo ai tempi dell’imperatore Augusto. Ma voi chi siete?”
Lyn: “Cerase, tu che sai tutto… allora Silla non c’è più?”
Cerase: “Signor eques, veniamo dalla zona di Arretium, io sono Cerase e quella è mia sorella Lyn, che ha decorato il suo nuovo casco con fiorellini e faccine!”
Eques: “Anch’io vengo da Arezzo, sono Mecenate. Ho scritto il
Symposion e il
De Cultu Suo, quest’ultimo perché la gente diceva che ero un fannullone, ma invece ho un incarico datomi dall’imperatore per tenere la popolazione tranquilla e senza troppa democrazia!”
Lyn: “Toghino! E che fai di preciso?”
Mecenate: “Ho molte ricchezze, vengo da una stirpe etrusca di Chiusi. La Lega Etrusca si trasferì in nuove terre, bonificate, in quella che oggi è Arezzo. Venite, compaesani, vi porto al mio club!”
Lyn: “Però non ha del tutto perso l’accento aretino!”
Entrarono nella lussuosa magione, tra archi e triclini che si affacciavano su un ampio cortile interno, circondato da un porticato, forse progettato da Agrippa. Qui erano imbandite primizie e vini pregiati…
Mecenate: “Questo è Virgilio.”
Virgilio: “Ave!”
Mecenate: “E questo è Orazio.”
Orazio: “Ave!”
Mecenate: “Distesi su quei letti vedete Domizio Marzio, Plazio Tucca, Quintilio Varo e Rufo!”
Cerase: “Li ho studiati a scuola! Chissà quanto prendevo nelle versioni di latino!”
Lyn: “E voi che fate qui a bighellonare?”
Mecenate: “Cerchiamo, con le nostre opere, di convincere la nobiltà romana ad accettare il concetto del principato, esaltando le imprese di Roma…”
Cerase: “Sì, Lyn, come al tempo del nostro bisnonno, quando lo svizzero dominava il Canavese, che era come la Silicon Valley!”
Mecenate: “Volete da mangiare? Ma… dove siete finiti?”