Francesco Romizi, capogruppo di Arezzo 2020, ha richiesto massima trasparenza riguardo al progetto di ampliamento dell’inceneritore di San Zeno. Durante una conferenza stampa, Romizi ha dichiarato: “Abbiamo presentato un’osservazione, sostenuti da altre forze politiche, contro l’ampliamento della capacità di incenerimento proposto dal gestore”. Il gruppo intende portare la questione in Consiglio Comunale, auspicando un coinvolgimento diretto dei cittadini.
Il progetto contestato Il gestore dell’impianto, Aisa Impianti, ha presentato un piano di potenziamento per incrementare la capacità di trattamento rifiuti da 45.600 a 120.600 tonnellate all’anno. Questa espansione coinvolge la costruzione di una nuova linea di recupero energetico da 75.000 tonnellate, affiancata dal mantenimento dell’attuale linea. Romizi e altri rappresentanti, tra cui Roberto Barone (Arezzo 2020), Gianni Mutarelli (Alleanza Verdi e Sinistra) e Tommaso Pierazzi (Movimento 5 Stelle), esprimono forti perplessità.
Le criticità sollevate Secondo Arezzo 2020, la gestione contemporanea di due linee di incenerimento potrebbe ridurre l’incentivo alla raccolta differenziata, attualmente ferma al 55% nell’area dell’Ato Toscana sud. In altre regioni con meno impianti di incenerimento, la percentuale di raccolta differenziata è notevolmente superiore. Romizi ha inoltre evidenziato che l’ampliamento potrebbe attrarre rifiuti da altre regioni, aggravando la pressione ambientale su San Zeno, già afflitto da problemi di emissioni e cattivi odori.
Le richieste del gruppo Arezzo 2020 chiede agli uffici regionali di valutare attentamente l’impatto ambientale del progetto e di respingere l’idea di mantenere operativa la vecchia linea da 45.600 tonnellate, utilizzandola solo in caso di emergenza. Inoltre, Romizi insiste affinché siano adottate tecnologie avanzate per affrontare il problema delle emissioni odorigene e mette in dubbio le promesse di riduzione della Tari tramite la produzione di energia dall’incenerimento, definendole “propositi da libro dei sogni”.