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Riflessioni su di questa settimana cruciale per la geopolitica e la minaccia globale

Settimana di tensioni globali: tra minacce nucleari e attentati, il mondo rischia una crisi irreversibile. Dagli ultimatum di Putin alle tensioni interne negli Stati Uniti, la geopolitica internazionale attraversa giorni critici. La vigilanza e la consapevolezza collettiva sono le uniche armi contro l'incertezza globale

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“Negli ultimi quattro giorni, il mondo ha rischiato di scivolare nuovamente sull’orlo di una guerra nucleare. Venerdì 13 settembre 2024, il presidente russo Vladimir Putin ha preso in mano il microfono e, davanti al mondo intero, ha lanciato un ultimatum: “Se la Russia sarà colpita da missili di grande portata, prenderemo misure di risposta immediate.”
Ha accusato le potenze occidentali di essere dietro ai missili che potrebbero arrivare sul suo territorio, chiarendo che l’Ucraina non dispone delle tecnologie necessarie per gestire armi di tale calibro e anche se le ricevesse da Paesi alleati non le saprebbe assolutamente far funzionare. La sua dichiarazione ha fatto salire la tensione internazionale a livelli allarmanti, evocando ricordi della “crisi “dei missili di Cuba del 1962.

Il 14 settembre, secondo alcune fonti NON confermate ufficialmente da più fonti, ci sarebbe stato un dissenso interno all’amministrazione statunitense. Pare che i militari americani abbiano rifiutato di dare il via a un’escalation contro la Russia, opponendosi alla volontà di Joe Biden di reagire con forza. I militari avrebbero espresso preoccupazione per il fatto che Putin non stesse “bluffando” e che un’azione così drastica avrebbe portato a una catastrofe nucleare del pianeta.

Il 15 settembre, l’attenzione si è spostata nuovamente sugli Stati Uniti, dove Donald Trump è stato vittima di un secondo attentato presso il suo campo da golf a Mar-a-Lago, in Florida. L’attentatore, Ryan Wesley Routh, legato a gruppi pro-Ucraina, è riuscito ad avvicinarsi pericolosamente a Trump, nascondendosi per pare 12 ore tra la vegetazione.
Solo grazie alla prontezza di un poliziotto, che ha notato il riflesso del fucile, la sicurezza è riuscita a intervenire in tempo, evitando la tragedia. Questo episodio ha sollevato dubbi sulla possibilità che un singolo individuo possa aver pianificato un’azione così complessa senza il supporto di forze potenti.

Non è il primo attentato contro Trump! Il 13 luglio 2024, durante un comizio in Pennsylvania, Jacob Lawrence aveva tentato di colpire l’ex presidente, ma l’attacco era stato sventato grazie all’efficace intervento della sicurezza e Trump per volontà divina , asserisce, se l’è cavata con un corposo graffio all’orecchio, un paio di cm verso l’interno del volto e sarebbe andato a incontrare il nostro Creatore. Questi episodi hanno alimentato le preoccupazioni riguardo alla sua sicurezza, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre 2024.

In questo contesto di crescente tensione, è difficile non pensare a un altro momento drammatico della storia americana: l’assassinio di John F. Kennedy. Il 22 novembre 1963, Kennedy fu ucciso a Dallas da Lee Harvey Oswald, che sparò tre colpi dal Texas School Book Depository. Anche Oswald, a sua volta, fu ucciso due giorni dopo da Jack Ruby, lasciando il mondo scioccato e gettando ombre su chi fossero realmente i mandanti di quell’omicidio. Anche oggi, il timore è che il destino di Trump possa seguire una simile traiettoria.

In soli quattro giorni, il mondo ha visto crescere la tensione a livelli pericolosi, facendo emergere timori su un possibile conflitto nucleare. Anche se possiamo fare poco, possiamo almeno tenere gli occhi aperti e fare attenzione a quello che accade intorno a noi, tra un aperitivo e l’altro! Il mondo è in bilico, e la nostra vigilanza è l’unica arma che abbiamo per comprendere questa realtà complessa e affrontarla con consapevolezza. Anche se la nostra capacità di agire è limitata, è importante sapere da dove soffia il vento del cambiamento.” . * S.S.C. *

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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