A A A CERCASI……
Entrato in famiglia e dopo aver pranzato con ravioli al sugo e coniglio fritto, Mana, Pino, Aloe, Ruth e Ugo andarono con il furgone all’outlet situato nella zona tra Bettolle e Foiano, mentre io… fui relegato in casa a guardare Lyn e Cerase, perché la traslazione temporale non permette un ulteriore spostamento di massa corporea di altri 59 metri a causa della curvatura spazio-temporale, secondo il sistema ellittico coassiale: tempo di trasferimento × metri al secondo diviso yzx, dove y è pari all’età del trasferito, z al peso corporeo e x è l’incognita.Continua a leggere
Insomma, ero a casa al terzo piano sospeso…
Lyn: “Nonno avo, perché hai perso tutti i capelli?”
Io: “Il vento me li ha strappati tutti!”
Lyn: “Ma che mi prendi per scema? Ho studiato che ai vostri tempi era un fattore ereditario!”
Io: “Allora perché me lo hai chiesto se lo sapevi?”
Lyn: “Volevo vedere che scrivevi!”
Cerase: “Ooh Cesare, giochiamo a pallone in terrazza?”
Io: “Va bene!”
Cerase: “Maremma zoppa, non riesco ad allungare i miei arti duttili, perché?!”
Io: “Perché non lo scrivo io!”
Cerase: “Così non vale, non gioco più!”
Lyn: “Ha ragione Cerase, è come se ti dicessi di indovinare quale numero segno con le dita di una mano dietro la schiena!”
Io: “Certo, poi quando dico un numero, tu lo cambi e mostri altro!”
Lyn: “Lo segno con tre dita e ti giuro che non cambio!”
Io: “Allora è tre!”
Lyn: “Sei un bischero, è due! Con due dita duttili ho fatto il segno del per, e un dito per due dita fa due!”
Io: “Ma io scrivo tre!”
Lyn: “Nonno avo, sei uno stronzo!”
Passano tutto il pomeriggio a giocare, e quando tornano i grandi, Cerase esclama: “Oohh, spero che non abbiate speso tutto, dobbiamo dare 75 bufale a Cesare, Teresina ci ha pelato!”
Mana: “Cosa?! Avete giocato d’azzardo?!”
Lyn: “Ha scritto lui che si è perso!”
Mana: “Ok, queste sono 75 bufale, ma non farli giocare più!”
Lyn: “Nonno avo, vedi che avevo ragione io, potevi scrivere fino a 100 bufale!”
Cerase: “Vado a comprare i gelati?”
DAL 3575 AL 2024 E RITORNO
Lyn e Cerase, dopo un periodo di ambientamento con me, decisero di seguire il nonno avo nel suo tempo tramite la traslazione coassiale della massa all’indietro.
La casa del nonno avo appariva strana agli occhi dei due ragazzi: non era sospesa e non si trovava al terzo piano. Si poteva arrivare con una struttura a scalini o una gabbia ascensionale e discendente, azionata da pulsanti.
La cucina-tinello era invasa da piante, tranne nell’angolo cottura, e il corridoio era pieno di testi universitari, libri e documenti. Le camere erano sommerse da indumenti lavati ma da stirare, ma la casa era comunque vivibile e vissuta.Continua a leggere
Lyn: “Nonno avo, ma non hai una briciautonoma che ti aiuta a tenere la casa in ordine?”
Cerase: “Oh, che sono queste sfere di vetro con alette?”
Io: “No, non ho nessun aiuto, faccio quel che posso. Ah, Cerase, quelle sono i bullini: erano i nostri giochi preferiti quando riaprirono il parco dell’Anfiteatro.”
Lyn: “A che giocavi con le sfere di vetro?”
Io: “I giochi erano battimuro, a buca, a riello e il pio!”
Cerase: “Io vado a giocare a pallone, ho visto che c’è un campetto!”
Mentre Lyn metteva in ordine la loro cameretta da ospiti, io andai a comprare la porchetta e tornai a casa per preparare un primo (spaghetti aglio, olio e peperoncino). Mentre ero intento a mettere l’acqua nella pentola, suonarono alla porta…
Era il procuratore di calcio, Prenditre, un noto talent scout della zona.
Prenditre: “C’è qui quel ragazzino con la tutina azzurra, che è fortissimo: lo hanno messo in porta e para tutti i palloni, anche quelli angolati, con due braccine che sembrano allungabili. Se mi versi 10 mila euro, lo faccio arrivare in Serie B, come minimo!”
Io: “Non è mio figlio, e per il trasferimento è un casino. Dovresti parlare con sua madre, ma non penso che darà il permesso: studia danza classica!”
Intanto torna Cerase: “Nonno avo, c’è un signore che ha detto che tu gli hai detto che studio danza classica. Che cavolo è?”
Io: “Domani ti porto alla scuola!”
E così finì il breve soggiorno dei due ragazzi nel 2024.
Tornati nel loro tempo, Cerase iniziò a fare le evoluzioni imparate “nel mio tempo” sulla terrazza davanti a Pino e Ugo.
Pino: “Bravo, come ti muovi bene… Che giravolte!”
Ugo: “Smettila subito, che ti vengono le orecchie lunghe!”
E il piccolo Cerase smise di esibirsi in danza classica: un fenomeno in meno.