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L’arte degli emarginati in mostra ad Arezzo

Una mostra ad Arezzo celebra la sensibilità artistica di Livio Poggesi, ex paziente dell’ospedale psichiatrico, che ha trovato nella pittura un mezzo per affrontare i suoi demoni interiori

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Ricordo di Livio Poggesi

No, non è una semplice mostra di quadri quella curata da Paolo Torriti e Luca Quattrocchi che si tiene dal 13 settembre al 27 ottobre 2024 nell’atrio d’onore del Palazzo della Provincia-Galleria Ricasoli.

È qualcosa che ti parla direttamente al cuore dei turbamenti e delle emozioni che colpiscono la mente umana. Livio Poggesi, nato a Castelfranco di Sopra a cui è dedicata una intera sezione era un ricoverato dell’ospedale psichiatrico di Arezzo. Appassionato di pittura (e di scrittura) riuscì a tenere a bada i  propri fantasmi grazie all’atelier di pittura che fu inaugurato, in modo lungimirante, proprio il giorno del suo ingresso in manicomio. I suoi quadri, fuori da ogni schema strutturale (lui con la quinta elementare), esprimono le sue emozioni ed i suoi sogni. Commuove quando raffigura il padre con le due sorelle o quando dipingendo una donna chiama il quadro “Malinconia”.

Nella mostra sono esposti, a mò di quadro, alcuni pensieri toccanti quando dice:

“Le mie impressioni sono di essere perseguitato da qualcosa di misterioso…”

“Sono stato qualche volta innamorato ma non ero solo. Sono arrivato sempre secondo due volte. Ma adesso non mi riesce a innamorarmi più… Le donne mi piacciono sempre ma c’è poco da fare…

Vi invito a leggerli tutti.

Chi scrive ha un ricordo dolce di Livio Poggesi perché in quegli anni lavoravo in banca e andavo per lavoro all’ospedale psichiatrico ogni 27 del mese a portare i mandati degli stipendi.

Me lo ricordo il Poggesi che sostava all’uscita con tutti i suoi lavori e mi diceva: Ragioniere, ragioniere, ecco il mio capolavoro di oggi!

In fondo, spesso, non viviamo delle cose che viviamo ma delle cose che immaginiamo.

Oggi, che siamo riusciti ad odiare anche la fragilità, questa mostra ci consegna una memoria dell’umanità che rischiamo di perdere.

Grazie a Paolo Torriti e Luca Quattrocchi che hanno avuto la costanza di recuperare questi ricordi.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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