Due plastirene amavano cantare in riva al mare.
Erano sirene di un mondo plastico, plastirene per l’appunto, e il loro momento preferito per ritrovarsi sulla riva era dopo il tramonto, quando tappi e bottiglie lasciati sulla spiaggia erano liberi di raggiungerle come in una processione.
Le due plastirene cantavano per loro, suoni plastici di avvitate malinconie, e tutto il mare ribolliva di microplastiche emozionate.
La due plastirene amavano molto quel momento per loro magico.
La carezza del mare sulle plastiche.
L’eco di bevande zuccherate sul vuoto di bottiglie abbandonate.
Quel sapore d’acqua oligominerale in gocce leggere abbracciate a piccoli tappi colorati. Il risuonare di sussurri di assetati.
Di succhi di frutta per bambini dolci da far crescere in buona salute.
Quale meraviglia che tutto ciò fosse possibile.
Le plastirene ci pensavano ogni volta.
Eppure sarebbe bastato così poco.
Il loro mondo era ad un passo dal precipizio.
Una semplice attenzione, un po’ meno di pigrizia, una mano pronta a raccogliere il rifiuto abbandonato, e la spiaggia sarebbe tornata pulita.
E tutto quell’universo di plastiche avvinte dal loro canto estatico le avrebbe abbandonate.
Al solo pensiero le due plastirene tremavano dalla paura.
Finché scendeva la notte.
Un nuovo giorno illuminava un’umanità di ritorno.
Nuova plastica si riversava sulla spiaggia.
L’attesa del tramonto era un sorriso.
Due plastirene amavano cantare in riva al mare.
Certe di futuro, canti e danze.
Colme di speranze.
Si segnala che l’immagine è parte di un processo creativo che ha chiamato in causa l’intelligenza artificiale. Da qui il nome della serie “Ai Stories”.