L’oro verde di Arezzo: l’olio tra il 1300 e il 1400

Il gossip di Cesare Fracassi
La produzione di olio ad Arezzo nel 1300-1400 era fiorente, con ulivi rinomati e scambi commerciali attivi.
Parallelamente, l'industria della lana si sviluppò, trasformando produttori locali in commercianti di lana spagnola e causando disoccupazione

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L”ORO DI AREZZO È ANCHE STATO DI COLOR VERDE 1300/1400
La produzione di olio a quei tempi era fatta principalmente alla Chiassa fino alla Libbia e tra Rigutino,fino all’ Olmo, rinomati erano anche gli ulivi di San Polo, Tregozzano, e Molinelli fino a Peneto.
Venivano prodotti in queste zone circa 70 quintali di olio e la prevalenza veniva venduta in val Tiberina per gli scambi commerciali con le città dell’Adriatico, da cui provenivano merci e il sale.
Il costo era di 1 fiorino d’oro al quarto di barile (12,5 litri) pari a 13 euro al chilogrammo circa., tuttavia le principali produzioni agricole erano sui cereali.

Da un punto di vista industriale, un incremento della popolazione si ebbe agli inizii del 1300, e l’ industria stessa della lana e dei tessuti si sviluppò in Arezzo, come in ogni parte d’Italia.

Si utilizzavano materie prime nostrali: la robbia, il guado, l’erba ceretta e la tosatura delle pecore, che in estate andavano nei prati degli Appennini, i lanifici più grossi erano alla Chiassa, Capolona, Giovi e a Ponte a Caliano, ma la produzione si basava sul panno per il contado, poi gli stessi produttori, con la richiesta di panni più raffinati si trasformarono in commercianti e compravano lana Spagnola al porto di Pisa e gli operai rimasero disoccupati, come succede ora.

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