Esempio 1:
Se ci troviamo in un bagno con il lavandino a destra della porta, il water a sinistra e il bidè sempre a destra, e abbiamo la doccia invece della vasca, non è il tuo bagno, né il mio. Quindi, è importante non usare tale ambiente in modo sbadato e distratto.
Non leggere un fumetto di Topolino prima di entrare e non liberarti nel bidè, come accadde a mio fratello a casa della zia.
Esempio 2:
Le necessità impellenti, trattenute lungo il tragitto di una funivia nel ritorno a valle, possono trasformarsi in una corsa affannosa verso l’albergo.
Arrivare, salire con l’ascensore, nascondere i passi pesanti dovuti agli scarponi ancora ai piedi, sedersi nel bagno appena entrati in camera e vedere, mentre il piacere liberatorio ti appaga, profumi, creme e altri oggetti su una mensola che non riconosci.
Partecipavo ai campionati europei bancari.
L’ascensore, che collegava vari ambienti, mi aveva portato in una zona fuori dal mio piano. Ero nel bagno del direttore del personale della mia banca, il quale, entrando all’improvviso, esclamò: “Cosa fa!?” e io risposi: “E caco!”.
Per tre anni mi fu negato l’invito a partecipare a gare e riunioni del circolo dipendenti.
Solo dopo aver primeggiato nella mia categoria in Toscana e ottenuto un ottimo piazzamento nello slalom agli europei, fui riammesso in squadra.
Conclusione:
I profumi, gli altri oggetti e la dislocazione degli elementi di un insieme ti rivelano l’identità del luogo in cui ti trovi.
Osserva e considera che se la neve è bianca e 2 > 3, non sei nel tuo bagno!