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Arezzo 2 – Pontedera 4: una partita da caleidoscopio

Confusione tattica, scelte discutibili e un Pontedera superiore: l’Arezzo crolla tra le critiche dei tifosi

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Foto: S.S. Arezzo
Forse ispirato da Gaddini, allenatosi a parte per non condividere alcun schema con i suoi nuovi compagni, il mister sembra aver utilizzato un vero e proprio tubo da caleidoscopio per schierare la squadra. Purtroppo, però, l’impressione è che il tecnico fosse confuso e privo di una chiara strategia.

Forse la partita era stata preparata immaginando condizioni diverse, magari con un vento meno intenso e proveniente da est, ma rimane difficile spiegare certe scelte: Mawuli centravanti che ruolo ha? Il centrocampo sembrava completamente bypassato da lanci lunghi sugli esterni, dove gli avversari ci sovrastavano in velocità sin dai primi minuti. Non è stato sorprendente che abbiano segnato già dopo appena 18 minuti, portandosi sull’1-0.

La curva, comprensibilmente infuriata, ha iniziato a farsi sentire verso la fine del primo tempo, esortando i giocatori a tirare fuori gli attributi. Unica nota positiva della prima frazione è stata la splendida rovesciata di Pattarello, degna di una partita di ben altro livello.

Nella ripresa, però, il “caleidoscopio” del mister ha continuato a girare a vuoto. Guccione non riusciva a dare qualità nelle aperture e nelle costruzioni, e i cambi effettuati – Righetti, Capello e Renzi – sembravano più tentativi disperati che soluzioni pensate. Montini è stato spostato a destra, ma quando ho visto Ogunseye entrare, ho pensato: “Adesso ci fanno il 2-0”. E così è stato.

La scelta di togliere Santoro, nonostante la sua scarsa efficacia, ha lasciato Renzi praticamente solo a centrocampo. Il risultato? Ulteriore confusione tattica, e un’altra rete subita dopo il solito lancio lungo e una ripartenza letale. A quel punto, con la squadra sotto 4-0, molti di noi hanno abbandonato lo stadio.

La partita è finita 4-2, con due gol segnati nel finale da un Arezzo comunque privo di rapidità, fisicità e tempismo. Il mister, però, sembra incapace di dare un’identità alla squadra, rendendo la situazione ancor più caotica.

Per concludere, caro mister, il caleidoscopio – per chi non lo sapesse – è un tubo magico che, ruotando una parte, cambia il disegno grazie ai vetri colorati inseriti al suo interno. Ecco, forse sarebbe ora di smettere di girarlo a caso e di iniziare a costruire una squadra con idee più chiare.

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Cesare Fracassi
Cesare Fracassi
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale. Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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