Se analizziamo la religione cattolica, scopriamo che l’intero messaggio evangelico si fonda sull’idea che l’uomo debba vivere in società, amando il prossimo come se stesso. Questo principio si estende al concetto che un individuo formato debba contribuire alla buona educazione di chi è ancora in formazione, come viene ribadito nell’enciclica di Pio XI, “Divini Illius Magistri” (1930), dedicata all’educazione della gioventù. In tale enciclica, si evidenzia che le istituzioni preposte a questa formazione sono la Famiglia, lo Stato, la scuola con l’educazione civica, nel contesto della vita naturale, e la Chiesa, nel cammino verso il soprannaturale.
Questi principi, sebbene per molti possano sembrare lontani nel tempo, riaffermano la centralità dell’educazione orientata al bene collettivo. Tuttavia, ogni individuo possiede caratteristiche uniche e irripetibili, impresse nella sua anima, che possono essere considerate come un’impronta divina. Questa unicità, in base alle qualità buone e non corrotte dell’uomo, dovrebbe guidare il processo educativo e formativo. È proprio questa impronta che alcuni filosofi, come Fichte, nel pieno della corrente romantica, hanno interpretato come il segno del divino nell’essere umano.
Tuttavia, questa visione romantica non è accettata dal cattolicesimo, né da altre religioni, poiché si basa su una concezione soggettivistica e individualista. Da un punto di vista religioso, glorificare Dio non può essere un atto che parte esclusivamente dal singolo, per quanto possa esprimere il meglio di sé. Anche le opere più straordinarie dell’ingegno umano, quando isolate dall’insieme della comunità e della fede, non sono sufficienti a rendere gloria a Dio.
Secondo il cattolicesimo, l’uomo deve sviluppare al massimo grado possibile i propri talenti, ma come strumento per glorificare Dio e contribuire al bene comune. La vita umana, in questa visione, è un continuo orientarsi verso la trascendenza, al servizio di qualcosa di più grande di sé.
E allora, dopo queste considerazioni, mi chiedo: io, che nel corso della mia vita ho dato un po’ in ogni settore, devo considerarmi un Arlecchino? Forse non rendo gloria a Dio, ma almeno lo faccio sorridere?