Una delle più potenti e ricche famiglie fiorentine, gli Strozzi, vide la propria storia iniziare nel XIII secolo. Nobili guelfi, gli Strozzi si dedicarono al prestito di denaro durante il Medioevo, contribuendo con oltre 90 priori al governo fiorentino, 16 gonfalonieri, vari ministri di giustizia e persino un cardinale. Questa famiglia fu l’antagonista della “fiorente” dinastia dei Medici.
In quell’epoca, anche il condottiero e vicario di Bibbiena e Castiglioni, Pietro Tarlati, noto come “Pier Saccone”, praticava il prestito di denaro a nobili e possidenti. Il soprannome “Saccone” derivava probabilmente dalla sua grande disponibilità economica, oltre che dalla sua imponente corporatura. Dopo la morte del fratello Guido Tarlati, vescovo di Arezzo, Pier Saccone fu arrestato dai fiorentini, ma presto rilasciato. Questo avvenne grazie al suo insegnamento sulle tecniche di contabilità, tra cui il calcolo degli interessi sui prestiti e la distinzione tra TAN e TAEG, che lo resero uno dei più stimati amministratori di Firenze.
Gli Strozzi, nella loro attività di prestatori di denaro, fecero tesoro di tali insegnamenti. Successivamente, furono ripresi anche da Giovanni de’ Medici, detto “Bicci,” nella fondazione del Banco Medici. La rivalità tra Strozzi e Medici durò decenni e terminò solo con la morte di Piero Strozzi a Sestino nel 1558, combattendo contro le forze fiorentine.
Oggi, gli Strozzi, pur essendosi imparentati con nobili e signori di diverse città italiane, non hanno discendenti diretti. Si può solo immaginare come sarebbe stata la storia se i Medici, sostenuti dall’opera di due Papi – Leone X e Clemente VII – fossero stati sconfitti. Forse, al debitore sovraccarico di interessi si sarebbe detto di essere stato “strozzato” invece che “medicato”!
I Bischeri e l’Affare del Duomo
I Bischeri, altra famiglia fiorentina, possedevano numerosi immobili nell’area dove, nel XIII secolo, si progettava la costruzione del Duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore. Mentre molti vicini accettarono le offerte della città per cedere i loro terreni, i Bischeri si opposero, prolungando le trattative. Si racconta che, con il passare del tempo, gli amministratori li convinsero (o fecero credere loro) che il progetto della Cattedrale sarebbe stato ridimensionato. Questo avrebbe comportato per i loro immobili un aumento delle imposte.
Alla fine, i Bischeri furono costretti a cedere i terreni a un prezzo inferiore rispetto all’offerta iniziale, guadagnandosi la nomea di “bischeri,” termine che ancora oggi indica ingenuità o stupidità.