Un’imponente operazione condotta all’alba dalla Polizia di Stato e Guardia di Finanza, coordinata dalla procura europea, ha portato a 43 arresti e al sequestro di beni per 520 milioni di euro in una maxi frode fiscale. L’inchiesta, denominata “Moby Dick,” ha coinvolto società fantasma e false fatturazioni per oltre 1,3 miliardi di euro, con arresti in numerose città italiane e misure di sequestro eseguite anche in vari paesi europei.
Tra gli arrestati, un aretino di 59 anni, accusato di aver operato come intermediario per “lavare” l’Iva evasa grazie a società fittizie usate come filtri. Queste società acquistavano beni in regime di esenzione Iva e li rivendevano in Italia senza versare l’imposta, ottenendo così profitti illeciti. Secondo le autorità, la frode avrebbe coinvolto oltre 400 società, inclusi fornitori e imprese di comodo, e generato un danno economico significativo per l’Unione Europea.