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Minacce e paghe da fame: l’inchiesta su sfruttamento e lavoro nero nelle fabbriche orafe di Arezzo

Un'inchiesta scioccante svela il lato nascosto del distretto orafo di Arezzo, dove il lavoro nero, le minacce e paghe da fame colpiscono in particolare le donne, costrette a lavorare senza tutele

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Nell’ultima inchiesta della trasmissione L’Aria che Tira, da un’inchiesta di Lodovica Ciriello, emergono inquietanti dettagli sulle condizioni lavorative nel distretto orafo di Arezzo, il più grande d’Italia. La realtà descritta sembra appartenere più a un far west senza legge che a un settore di eccellenza italiana, con lavoratrici costrette a condizioni estreme di sfruttamento.

Secondo quanto riportato nell’inchiesta, molte donne non sono ammesse a lavorare direttamente nelle fabbriche. Tuttavia, questo non le esclude dalla necessità di guadagnarsi da vivere: le lavoratrici si vedono costrette a svolgere mansioni a casa, senza tutele né contratti, accettando paghe misere e condizioni di lavoro opprimenti. Lavorano 7 giorni su 7, in una spirale che pare non lasciare vie d’uscita.

Un altro aspetto allarmante che emerge riguarda le minacce costanti a cui queste donne sono sottoposte, con ricatti legati alla loro precaria situazione lavorativa. Chi lavora in nero è spesso spinta al silenzio, sotto la pressione di perdere quel poco che guadagna, mentre il sistema resta impermeabile a ogni forma di denuncia.

L’inchiesta lancia un forte segnale d’allarme su un sistema che sembra tollerare lo sfruttamento di chi non ha voce, svelando un lato oscuro del settore orafo che pochi conoscevano.
Per  approfondire i dettagli di questa vicenda attraverso i video riportati qui sotto.

Link 1: Inchiesta esclusiva – I nuovi schiavi dell’oro
Link 2: Minacce e paghe da fame: Ecco come si trovano lavoratrici al nero

2 Commenti

  1. Ogni tanto qualcuno fa il giornalismo d’inchiesta che si faceva una volta. Fuori dai soliti peana sul distretto orafo, sui record dei valori d’esportazione. Questa è la realtà di una sempre più rilevante fetta dell’industria italiana, dal distretto pratese al Veneto leghista meloniano felix e , il re è nudo, anche da noi. Per non parlare degli schiavi nel settore agricolo. Una realtà di cui pochi parlano e che viene riportata subito al silenzio. Impera la narrazione tutta orgogliosa patriottica della superbionda arrogante spacciatrice di falsi Marilyn Morroid “io so Giorgia”, per non parlare di quel troglodita che urla “i sacrifici li devono fare le banche e non gli operai” alla gran parte del popolo rincoglionito, che ammirato reagisce con un “cazzo..lui sì che ha ragione!”
    Io avevo letto una simile inchiesta sul Post…complimenti a l’Ortica che non si è fatta sfuggire la cosa. Il resto della stampa locale? Roooonfff….

  2. “… tutta la storia dell’industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta la classe operaia al livello della più profonda degradazione.” (Marx – Salario, prezzo e profitto)

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