Ci sono eventi importanti, mondani, terreni ed eventi che si connettono al Tutto, all’Amore inteso come forma di armonia universale che trascende la vita fisica e che diventano quindi Esperienza.
Non solo ricordo, nostalgia, potenza del genio mistico ma percorso interiore, superiore vorremmo dire.
E nell’entrare, nell’uscire e nell’essere di questa visione, che unisce indissolubilmente Alice a Battiato e non da oggi, la musica è il medium – potente come il silenzio – per riconnettersi con lui, con lei e con noi stessi.
Ci siamo tutti eppure qualcuno manca anche a se stesso.
Qualcuno ha perso la sua corporeità e qualcuno la cerca ancora – e magari la troverà- nella forza espressiva di un concerto che entra “nell’oltre” e nella bellezza e non a caso.

L’eleganza e l’intensità di Alice si uniscono all’indicibile che musica, note, parole, senso e voce provano a renderci accessibili ed emotivamente intensi.
E il regalo più grande che una musicista come Alice può farci non sta nell’intrattenimento, nella chiacchiera da palcoscenico o nella forma di amichevolezza tanto cari al pubblico pagante ma nella sua distanza e nel proseguire instancabile il lavoro di ricerca e traduzione della dimensione di quell’altrove che fu di Battiato e che non necessita di altro se non di essere accolta.
Così Arezzo ha accolto Alice e così Ella, evanescente, si è dileguata non per sottrarre ma per aggiungere.
Giusy Cenciarelli
Foto da Facebook di Silvia Cingano