Michele Menchetti colpisce ancora. E no, questa volta non è (solo) contro i pomodori col gene ballerino o le zucchine mutanti. Stavolta il nemico è più concreto, visibile, reale: un’auto blu ferma in piazza Guido Monaco per sei ore, con l’autista a bordo. In pieno giorno. Con il caldo. Dramma, mistero, interrogazione.
6 ore in attesa: thriller ad Arezzo
Secondo quanto denunciato dal consigliere, giovedì 12 giugno una vettura di servizio del Comune – quella riservata al sindaco – sarebbe rimasta parcheggiata con autista dentro per tutta la giornata, dalle 11:00 alle 17:00. Un fatto che, in qualunque altra città, si risolverebbe con un “ma ti pare?”, ad Arezzo diventa questione di Stato.
Menchetti si interroga: chi era a bordo? Dove andava? Perché l’autista non ha avuto il permesso divino di lasciare l’auto e tornare in ufficio con l’aria condizionata? E soprattutto: è questo il modello di gestione delle risorse umane che vogliamo per il nostro Comune?
L’interrogazione – che nella sua forma scritta potrebbe tranquillamente essere adottata nei corsi di drammaturgia civica – denuncia una gestione “non ottimale” del personale, con preoccupazioni che spaziano dalla salute dell’autista (forse ormai fuso col sedile in ecopelle) fino allo spreco delle risorse pubbliche. Si teme, insomma, che mentre Arezzo boccheggia, qualcuno parcheggi con troppa nonchalance.
Menchetti e gli OGM: qualche mutante in meno, più refrigerio per tutti
Per dovere di cronaca va ricordato che, poco prima, lo stesso Menchetti aveva depositato una mozione per dichiarare Arezzo “libera dagli OGM”, incluse le nuove tecniche di evoluzione assistita. Una proposta dal sapore apocalittico che evoca minacce di contaminazioni, sementi invasive e allergie impreviste nelle mense scolastiche.
Ma, a confronto con l’automobile del sindaco incagliata sotto il sole cocente, anche il mais transgenico sembra meno pericoloso. Al massimo ti cambia il DNA, ma almeno non ti lascia a bollire nel traffico.
Epilogo: il vero nemico è la sosta lunga
Il messaggio è chiaro: se ci tieni alla democrazia, non parcheggiare troppo a lungo. E se proprio devi, non farlo con l’autista a bordo, sotto il sole, davanti a un consigliere con la penna già pronta. Perché Michele Menchetti non dorme. E soprattutto, non dimentica.
Prossimamente: “Chi ha lasciato la luce accesa in Sala Rosa?” – nuova interrogazione in arrivo.