A meno che gli ultimi non siano arrivati con una cagnetta, è improbabile che sia ancora colpa degli immigrati se sui marciapiedi delle strade cittadine, comprese quelle di Saione, aretini e turisti debbano fare lo slalom tra le cacche dei cani.
Più facile che, non importa se di giorno o di notte, a lasciare sui marciapiedi del centro cittadino i loro bisognini siano i cani di chi vorrebbe l’esercito per dare una ripulita alla città. Più facile che siano i barboncini appena usciti da una toelettatura e vestiti di cappottino. Quelli di chi sui giornali un giorno sì e uno no si lamenta della sporcizia e delle buche nelle strade.
Ai passanti, mamme e bambini compresi, avvertiti dal fotografo del poco gradito regalo che li aspettava sui marciapiedi di via Vittorio Veneto e di via Pietro Aretino, ieri è andata bene.
Ma a qualcun altro, meno abile sui percorsi ad ostacoli, è andata peggio.
Ma non c’era una ordinanza comunale che impone di raccogliere le cacche dei cani ai loro proprietari?
Se c’è ancora per farla rispettare non serve l’esercito, basta un vigile urbano.
Se l’esercito non si urbanizza, è il vigile – urbano – che si militarizza.
Incivili? Non c’è dubbio. Alle volte mi fermo li osservo, fanno finta di prendere la bustina, allungo il passo e poi mi giro, è rimasta lì. Sono dei lottatori, degli sfidanti, godono a farlo, gli brucia il collo.