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domenica, Marzo 31, 2024
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Pieraccioni ha finito di girare il suo ultimo film. Se Dio vuole…

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Siamo in parecchi a sperare che quello girato in parte all’aeroporto di Arezzo sia l’ultimo film di Pieraccioni, ma mi sa tanto che le parole “ultimo film” comparse sui mezzi di informazione locali, siano riferite soltanto al fatto che viene dopo tutti gli altri.

Pieraccioni evidentemente non ha cinematograficamente più niente da dire fin dai tempi del Ciclone, prodotto artigianale di basso livello, ma godibile, girato in buona parte in alto Casentino.
Nonostante questo, però, ha continuato a torturarci l’apparato genitale maschile con film continui e sempre peggiori, fino al Fantastico Viavai girato ad Arezzo, una produzione senza senso, con una storia inesistente e degli interpreti imbarazzanti.
Un film (ma il titolo è esagerato…) di rara bruttezza dove Arezzo nemmeno si riconosce, tanto Pieraccioni è stato attento a non riprendere alcun angolo suggestivo e caratteristico del centro storico cittadino.

Pensando all’escalation al contrario dei suoi film, c’è da inorridire in attesa di vedere questa ultima fatica del Leonardo fiorentino (per fortuna non ce l’ordina il dottore…). Chissà cosa avrà inventato pur di sopravvivere nel mondo della celluloide, dove ormai non lo seguono più nemmeno i suoi fan più incalliti… Il titolo, poi, la dice lunga sulla prossima opera: “Se son Rose…”

2 Commenti

  1. Ma un certo buon senso, però, l’ha dimostrato, girando all’aeroporto. Da inorridire, difatti, per chiunque, oggi come oggi, a transitare nel Corso tra il Canto de’ Bacci e la Pieve, dove per alcuni lavori ci sono metri e metri di lastrico rivoltati. Proprio un bel modo di mostrarsi, per questa città; e giusto nel periodo in cui certe nostre illustri vicine, soverchiate da milioni di presenze turistiche, ci trasbordano, come per carità, qualche migliaio di visitatori.

  2. Grazie Leonardo per esprimere vero, sincero, svicescarato, viscerale AMORE per la tua terra toscana, per non averla mai abbandonata, per non averla mai ripudiata, per non averla mai considerata meso-mondo, per non esserti lasciato fagocitare dal dualismo Milano-Roma che pervade culturalmente l’intera Italia. Ti chiediamo scusa per coloro i quali altro non sono che tuoi detrattori semplicemente perché non fai benignate di alto livello culturale o perché hai la decenza di non fare mai politica nelle tue opere. Grazie di cuore Leo da parte di un botolo ringhioso. Certo, parlo a nome mio.

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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