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I giardini del Porcinai e la nuova piazza della Stazione – tutti allenatori

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Da un po’ di tempo sono diminuiti gli allenatori di strada della nazionale di calcio (per forza, non gioca), ma a settembre prossimo torneranno in campo più numerosi e vari di prima.
Intanto ad Arezzo ci si sfoga con i giardini detti del Porcinai e la nuova piazza della stazione.
Per i giardini le posizioni paiono sostanzialmente due: una cara all’assessore motosega Gamurrini il quale vuol sostituire i lecci con i tigli, l’altra di molti cittadini che vorrebbero che i lecci rimanessero al loro posto (e magari venissero potati meglio, che così fano schifo, non per colpa loro).

Se ne potrebbe discutere parecchio e c’è una raccolta firme in corso contro la decisione del Motosega.
Di certo una situazione esiste, è sempreverde e non provoca sporcizia per le strade o nei giardini.
L’unica controindicazione pare quella degli storni, che comunque appare risolvibile con un po’ di buona volontà e niente di più.

Per la stazione, invece, le posizioni in campo sono già tre.
Una, che è sempre quella del Motosega, che vuole chiudere al traffico e alla sosta l’intera piazza e lasciare le strade più o meno come sono oggi; la seconda che prevederebbe un mantenimento ragionato del carico e scarico di fronte alla stazione (più o meno come è per tutte le stazioni), e la terza che segnala la possibilità di realizzare una rotatoria tra la stazione e via Guido Monaco…

Nei due casi che non sono in accordo con il Motosega, si segnala la scarsa praticità di utilizzare un parcheggio per la sosta veloce piuttosto piccolo e scomodo, sia per l’entrata e uscita che per l’intreccio di auto che si formerebbe lì dentro nei momenti X, quelli di ritorno dei pendolari (studenti o lavoratori che siano).

Io spero che chi ha deciso di effettuare certe scelte le abbia studiate ed abbia calcolato che i benefici per i cittadini siano tali da giustificare i costi da sostenere e il disagio per i cantieri, anche perché esse’ becchi e bastonati non ci farebbe piacere.
I lecci tagliati ‘n s’arpianteno e la piazza nova ‘n s’arfà… Qualcuno dice che forse nel caso della piazza sarebbe bene fare una prova di chiusura prima di partire coi lavori…

1 commento

  1. Starei volentieri coi frati e zapperei l’orto, così recita un detto proverbiale che racconta come una persona si rassegna ed accetta qualcosa che la maggioranza di una ipotetica collettività stabilisce di fare . In questo specifico caso di valutare la progettualità della propria amministrazione non posso far lo stesso, ma invece mi sento di insorgere contro l’intento della Giunta per apportare non solo dice essa miglioria estetica e funzionale alla zona antistante la stazione, ma addirittura incidere nel cambiamento di certe abitudini cittadine e non come quella di costringere a non piu sostare dinanzi ad essa per effettuare le proprie operazioni, ma lasciare tutta l’area, tranne in spazi limitati, priva di mezzi di locomozione. Ritengo lo scopo puramente un’utopia micidiale. Certamente la volomtà dell’utenza sarà piegata anche a suon di contravvenzioni salatine, ma ciò non toglie che nei confronti dcell’inquilini di Palazzo Cavallo cresca o si mantenga tanta empatia.

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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