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venerdì, Marzo 29, 2024
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Tifare per Arezzo e non solo per l’Arezzo

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 Una città è come il viso di una persona: bella o brutta esprime lo stato d’animo dei suoi abitanti, le attenzioni che questi le dedicano, le esperienze che qui si vivono.

Arezzo, oggi, è una città contraddittoria, bella e mal vestita, ricca di storia ma povera di spirito.

Se passeggiamo per le stradine della parte antica ci si accorge di una notevole incuria che impedisce di mettere in luce la bellezza della sua storia. Si avverte una certa sciatteria ed una pulizia che latita.

Se scendiamo appena appena nelle strade adiacenti Corso Italia saltano all’occhio i numerosi cartelli “affittasi” che testimoniano una osmosi preoccupante del commercio di questa città a vantaggio solo di grossi centri commerciali.

Ma se avete costanza e continuate a girare potrete trovare dei veri gioiellini, piccoli negozi che testimoniano una Arezzo che resiste, quando si diceva che “piccolo è bello”.

Come “Tuttotifo” quel negozio che in via Cavour è un vero e proprio reperto storico, che ha accompagnato generazioni di ragazzi, nei periodi di gloria dell’Arezzo calcio ma anche della città, dove si avvertiva una maggiore identità grazie anche alle sue attività tessili, bancarie ed orafe.

Oggi quel negozio sembra essere solo un augurio che gli aretini riprendano a tifare per questa città, che sta perdendo qualunque ambizione e qualunque capacità di socialità, una città che si chiude sempre più visto anche gli ultimi provvedimenti amministrativi , come la chiusura della casa delle culture e le vicende che coinvolgono la Fraternita dei laici che non deve più interessarsi alla gestione dei migranti.

Occorre più coraggio, più fantasia, anche amministrativa. Occorre una circolazione di idee più veloce, un “background” consapevole, una voglia di identità che travolga le burocrazie e le consorterie.

Tifiamo per questa città perché è un bell’obiettivo fare del posto dove si vive un luogo godibile ed invidiato.

Una utopia? Ma non dite sciocchezze, basta crederci. E poi noi siamo convinti che “se vuoi essere universale, devi parlare del tuo villaggio”.

 

 

 

 

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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