Un articolo uscito sul Fatto Quotidiano mette Arezzo al centro di una spy story degna del migliore Dan Brown, tra oro, massoneria, banche, alta borghesia, chiesa e segreti.
Alcuni vezzi si possono riscontrare per chi frequenta Arezzo e per chi ci abita, non smentibile poi la fama di grezzi, chiusi, poco aperti e scarsamente curiosi di quello che c’è al di fuori della città.
Mercanti e commercianti, l’articolo mette bene a fuoco come al Cimabue e a Piero si preferisca il rocchio e lo stinco, anche se qualche inesattezza qua e la ci scappa.
Non fa bella figura la Chiesa locale, che viene citata con Bassetti, ma che con Fontana se possibile è messa ancora peggio.
E poi oro, oro, oro, oro e orafi, ricchezza creata con le mani da ex contadini e guardiani di cocomeri, oro di cui si parla e si straparla.
Ma noi restiamo incantati da una frase, che citare è d’obbligo “Nelle pizzerie aretine, come al Foghèr, si può gustare la Pizza del Sultano.
Costa 48 euro, servizio escluso.
E’ guarnita con pistilli di zafferano e si fa pagare assai in virtù di una generosa spolverata: oro gourmet da 23 kt.
L’oro è il cuore segreto di questa città.”
Con queste poche parole il sunto di questo noir è fatto, ai lettori l’ardua sentenza.