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lunedì, Aprile 1, 2024
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Buon Natale un…zzo

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Si conclude il 2017 e per Arezzo è stato un anno veramente schifoso.
Di buono in questa città nel corso dei 12 mesi non si è visto praticamente nulla.
Piuttosto sono emerse in tutto il loro splendore tutte le cose negative che la caratterizzano.
Vediamo le meraviglie di cui sopra.

La vicenda di Padre Gratien Alabi, che ha portato Arezzo sotto i riflettori della cronaca nera, con relativa figuraccia del Vescovo a difesa del religioso.
La telenovela di Banca Etruria, con tutte le ferite aperte e non sanate, i risparmiatori aretini fregati, la Boschi graziata, Renzi che si è defilato, un futuro incerto e una città beffata e mazziata in tal senso.
L’Arezzo calcio martoriato da vicende societarie degne del migliore Oronzo Canà, da film cinepanettone, con un futuro davvero tortuoso.

I disastri dell’amministrazione comunale guidata dal trio Ghinelli – Comanducci – Gamurrini, le cui imprese (al negativo) sono state così numerose che conteggiarle è un impresa.
Da ricordare almeno il taglio selvaggio di alberi ovunque, la baracconata di Back in Time e del Villaggio Tirolese, la querelle del parcheggio Baldaccio, i conti disastrosi di Arezzo Fiere e Congressi, la malagestione della sicurezza a Saione e Campo di Marte, le ordinanza anti alcool che non hanno risolto nulla, situazione traffico e parcheggi caotico non sanato, la crisi dell’Antiquaria non affrontata, ecc ecc.
Inoltre l’amministrazione ha quest’anno di fatto asservito ogni attività cittadina ai voleri e alle esigenze dei commercianti, tagliato incentivi e sovvenzioni alla cultura, minimizzato il welfare e condotto una politica senza sviluppi reali.

Nel 2017 Arezzo è diventata più povera, con più disoccupati, meno sicura, più sporca, più ignorante, più degradata, meno importante politicamente ed economicamente in Italia, e chi più ne ha più ne metta.
Ho dimenticato sicuramente molte altre cose (potete aggiungerle voi nei commenti), ma non risulta che questo sia un anno memorabile per la città.
Quindi, con rammarico e con la voce mesta, mi tocca dire “buon Natale un..zzo”.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.

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