A volte possiamo anche parlare delle buone notizie perchè sono talmente poche e quindi non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione.
Niente come la giustizia, i processi e le le sentenze dei Tribunali penali, viene commentato incessantemente dai media e dalla gente comune.
Quasi sempre aspramente e spesso con ragione.
Un po’ come per la sanità, la malasanità.
Ma come per la sanità, anche la giustizia a volte fa le cose per bene.
Gratien Alabi, sacerdote di colore di Ca’ Raffaello, viene prima accusato di aver ucciso e occultato il cadavere di una parrocchiana, poi viene condannato ad anni 27 di reclusione dalla Corte di Assise di Arezzo e ad anni 25 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze.
Vedremo se ci sarà ricorso in Cassazione.
Allo stato attuale possiamo dire che è una giusta sentenza in linea con il nostro ordinamento italiano perchè, per esempio, se Gratien Alabi fosse stato giudicato colpevole a Dallas o in altra città degli Stati Uniti, sarebbe finito alla sedia elettrica.
In Italia vige il principio non codificato del “nessuno tocchi Caino”.
Manca ancora l’introduzione del principio ” qualcuno difenda Abele”.