Arezzo da quando ha le sue belle scale mobili, ha moltiplicato per mille i problemi, contro pochi vantaggi per i cittadini.
Non perchè siano inutili, anzi, sono molto funzionali, piuttosto perchè ogni due per tre non funzionano.
Non c’è settimana che una o più tratti delle scali siano bloccate, se va bene è quella iniziale o quella finale, se va male, random come la lotteria, sono anche quelle in mezzo.
Ancora una volta è toccato alla prima (ingresso Duomo) e all’ultima (sbocco Pietri), con la solita transennina pieghevole rossa.
Molti utenti segnalano quotidianamente agli addetti i blocchi, e loro rigirano le lamentele al Comune, che ha in gestione la cosa, ma pare con scarsi risultati.
Il fatto è che, a detta di esperti interpellati in merito, sono progettate male fin dall’inizio, specie le parti scoperte, che è facilmente intuibile vadano in tilt appena piove un pò più del solito.
Perchè non coprire le parti esterne con una tettoia in plexiglass o similare trasparente? Perchè non proteggere i meccanismi dall’infiltrazione di detriti e terriccio? Mistero.
Fatto sta che le parti da sostituire vengono fatte installare dopo settimane o anche mesi, a fronte di avvisi tempestivi.
Qualcuno potrebbe pensare che i costi di manutenzione siano così gravosi che l’amministrazione “fa orecchie da mercante” fino a quando non è costretta ad intervenire per problemi gravi e non rimandabili.
Naturalmente il disagio lo pagano turisti e cittadini, che si devono sobbarcare la salita e si chiedono perchè siano sempre ferme.
Disabili ed anziani poi si trovano molto in difficoltà, immaginiamo come “ringraziano” il Comune per il servizio.
L’impressione è che le scale mobili siano una palla al piede e che si voglia mettere la testa sotto la sabbia per non pagare un “guadrino”.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.