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venerdì, Marzo 29, 2024
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Il giglio magico rifiorisce davanti ai murales

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Non è detto che i murales, neppure quelli degli artisti più famosi del mondo, debbano per forza essere considerati opere d’arte.
E neppure per forza si possono far ingoiare come arte a chi, come l’assessore comunale Lucia Tanti, vorrebbe cancellarli, quelli lasciati da Icastica, sempre dagli artisti più famosi del mondo, sui muri che ricordano il cratere aperto da un centesimo delle 86 tonnellate di bombe scaricate su Arezzo distrutta nel gennaio del ’44.
Di sicuro quando gli artisti di Icastica li hanno dipinti, erano convinti di aver lasciato, come hanno fatto in ogni parte del mondo, opere d’arte.

E se erano convinti di esserci riusciti, non è solo perchè erano stati capaci di usare bene i loro colori, ma anche perché non li avevano usati in un posto qualunque e neanche solo per togliere il degrado da quel posto.
Gli artisti sapevano bene che quello era un luogo della memoria, l’ultima ferita ancora aperta della città distrutta dalle bombe sganciate dalle fortezze volanti americane.
Non lo sapeva certo Lucia Tanti quando disse che i murales erano “fuori da un contesto”.
Lo sapeva, ma deve averlo dimenticato, il sindaco Ghinelli quando dice che non sarà l’arte a fermarlo se per ampliare l’ingresso al parcheggio Cadorna sarà necessario abbattere un murales.

Non può non saperlo l’ex assessore Pasquale Macrì, padre di Icastica e quindi dei murales, ma ama troppo l’arte contemporanea per ricordare al flash mob dei giovani di Arezzo Street art che domenica si sono mobilitati per difendere l’arte dei murales, che su quei muri non c’è solo l’arte, c’è anche il ricordo del giorno più tragico di Arezzo.
E a quei giovani saperlo avrebbe dato una motivazione in più per difendere i murales.
Saperlo non era certo la motivazione che ha portato al flash mob il deputato Marco Donati, che mai prima di domenica, troppo occupato dentro il cerchio magico, si era espresso su Icastica e che ha scelto proprio il flash mob per rilasciare interviste a tutte le Tv insieme al trofeo appena conquistato a Sant’Agostino: il candidato unico alla segreteria provinciale del Pd, Albano Ricci, attuale assessore alla cultura non di Arezzo, ma di Cortona.

Ma la cultura è cultura in tutto il mondo, anche l’arte dei murales, e con la cultura non è vero che non si mangia. Quei murales aretini nel giorno del flash mob erano un’occasione troppo ghiotta per non farcisi vedere dai presenti e in Tv.
Quello che ricordano, all’assessore cortonese nessuno l’ha detto: pazienza, bastava dire che non vanno abbattuti.
E se Ghinelli avesse detto che davanti all’arte si sarebbe fermato?
Le Tv al flash mob non avrebbero avuto da intervistare né deputati né candidati a segretario del Pd.

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