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venerdì, Marzo 29, 2024
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Speciale Giostra del Saracino – La lizza? M’importa una sega a me!

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Gli aretini hanno rispetto della lizza del Saracino in piazza Grande, tanto che la proteggono con i teli quando arriva la pioggia.
Ma durante la mattina, in piazza, capita che dei forestieri fetenti (non possono essere aretini) transitino fregandosene altamente della sabbia e delle coperture.
La colpa è del’estracomunitari, sicuro!

Naturalmente noi dell’Ortica siamo lì pronti a immortalare il danno.
L’Ortica è l’unica testata che informa davvero sul Saracino, senza reticenze.

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1 commento

  1. A offendere la Piazza, la Città, ma anche la stessa Giostra, è la violenta cialtroneria con cui sempre si è allestito e si allestisce il “campo”. E’ noto come già Pasolini, sul finire degli anni Cinquanta, abbia còlto l’aspetto di «gabbia» che si fa assumere a piazza Grande in questi giorni. Da allora a oggi la situazione è vieppiù peggiorata; e quanto noccia tutto ciò alla originalità dell’ambiente, anzi l’escluda, e quanto per conseguenza favorisca la mediocrità, anzi la richieda e la sforzi, è chiarito di per se stesso e dal fatto che ci siano in questi giorni dei ristoranti di piazza che chiudono gli usci. Se anche Giacomo Leopardi – a cui ho rubato la grazia, qui sopra, di certe sue espressioni – abbia mai visto tale scempio non ci è dato sapere; certo è che l’offesa è grande anche verso animi molto molto meno sublimi di un Pasolini o del cantore di Nerina e Silvia.

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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