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sabato, Marzo 30, 2024
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Nottingham o Saione ?

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Ma ad Arezzo abbiamo la foresta di Nottingham o Saione ?
il Gamurrini, come il prode prode sceriffo della contea, forse temendo che bande di briganti “neri” nella foresta di Saione tendano agguati ai cittadini, fa tagliare lo storico pino, (che ha dato anche il nome al bar nelle vicinanze), forse malato, forse irrecuperabile e si scatena l’inferno.

Apriti cielo !!!!! Orde di aretini a cui forse hanno sotituito il cervello con del cocomero, si scannano sui social, si insultano, insultano il vice sindaco, si danno ai più biechi commenti, qualcuno vorrebbe mobilitarsi in chissà quale crociata per salvare il povero pino, manca solo la nascita di un comitato e poi siamo a posto.

Chiariamoci; abbattere un albero può dispiacere, certo, ma qui si parla di UN albero, per giunta malato, non di una FORESTA tipo amazzonica, al cui posto resta un deserto.
Un albero che, forse perchè terminale poteva cadere in testa a qualcuno, fare del male, sfondare un parabrezza di una macchina, o peggio cadere su un passeggino.

Probabilmente il Gamurrini, in questo caso avrà valutato la questione o no ?
La follia dei social è anche questa, indignarsi e mettersi in modo per questioni futili (ricordate la polemica delle fontane spente ?), quando per le cose serie per cui servirebbe andare in piazza, non si muove nessuno.

I leoni da tastiera aretini sono serviti, un altra questione da affrontare col culone flaccido dalla stanzetta di casa, che puzza di sudore e di scorregge.
Intanto dal pino sui commenti qualcuno si è espanso a battute razziste e xenofobe che con la povera pianta non c’entrano nulla.
Mistero dell’intelligenza.
In quanto Ortica e quindi pianta, condoglianze al povero Pino, ma passiamo oltre.

Foto a colori di Luisa Allegretti
Foto in bianco e nero di Enzo Gradassi

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.

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