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Sensazionale Gaypride: indovinate chi ha conquistato la hit della parata? In cima al corteo c’era L’Ortica!!!!!!

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In 5mila (forse 7mila, i numeri li daranno poi) non dieci volte quanti (50mila o 70mila) c’era da aspettarsi fossero al ToscanaPride 2017.

Il primo dopo la legge sulle nozze gay.

Pochi o tanti, non importa, piuttosto:

indovinate un po’chi c’era in testa alla parata?

C’era L’ORTICA!!!

Chi ha conquistato la HIT DELLA MARCIA DELL’ORGOGLIO OMOSESSUALE, mentre il partitume stava in culo alla sfilata è:

l’Ortica.

Il partitaio era dopo. In fondo in fondo al corteo.

Snodatosi da Piazza della Libertà, in un clangore di tamburi e di altri decibel di sound, giù per Corso Italia.

Tra ali di guardoni lungo tutto il percorso.

Presidiato da un eccezionale fittumaio di forze dell’ordine e mezzi delle varie polizie:

un celerino, carabiniere, milite delle Fiamme Gialle, vigile urbano ogni nano millimetro quadrato in cui finanche le caditoie e i cestini erano stati sigillati.

Oh per un giorno non s’è avuto di che lamentarsi quanto a sicurezza nella zona interessata dalla manifestazione che ha raggiunto il clou durante la sfilata alla testa della quale c’era:

l’Ortica.

Non c’era in testa (ma neppure in culo dove proprio non c’era) alla parata la Boschi ad esempio.

Eppure la ex ministra di Renzi ha dato il nome (e il cuore che non ha dato su ad esempio Banca Etruria) al disegno di legge poi approvato sulle Unioni Civili.
Non è venuta, sebbene di casa sta nella vicina Laterina.
La Maria Elena Boschi nisba al ToscanaPride.

Alla testa c’era l’Ortica mentre il corteo passava lungo il centro storico.

Mentre lassù, si trovavano appostate sui tetti, ardoppate e ben mimetizzate dietro gli striscioni d’ordinanza arcobaleno calati dall’alto, numerosissime vedette disseminate lungo tutto il percorso su ordine del Ghinelli.

Molteplici vedette & sentinelle & spie, ognuna incaricata di sorvegliare ogni orifizio della parata.

Di vigilare attentamente se mai da qualche orifizio scappava fora una cosaccia.

Ma comunque dice che:

nelle ore precedenti la parata, il Ghinelli aveva fatto micio micio bau bau con le Famiglie Gay. Anche se nel corteo è apparso un cartello un pochinino cattivello all’insegna del sindaco.toscana-pride-lortica4
Il quale non ha dato il patrocinio al Pride (come altri Comuni toscani).
E neanche vi ha messo piede.

Invece l’Ortica, c’era.

C’era ALLA FACCIA DEI DOGMI, di ogni dogma:

pro unioni civili e contro le nozze gay;

pro stepchild adoption e contro le adozioni gay.

C’ERA PERCHE’ C’ERA LA FESTA

E la festa è festa.

Basta che qualcuno non si provi a dirci che devess’essere per forza festa.

Che esserci è obbligatorio.

Basta che anche sull’omosessualità non nasca un’altra chiesa .
E i preti di questo ennesimo credo assoluto ci dicano cosa fare e non fare, come pensarla e non pensarla.

Ci dicano, in buona sostanza, che se uno non prega per i diritti gay allora gli si spalanca sotto i piedi l’inferno dell’omofobia.

QUANDO C’E’ IL DOGMA NON E’ MAI UNA FESTA. E’ UNA GRAN ROTTURA DI COGLIONI

toscana-pride-lortica1In verità qualcuno del clero dogmatico c’era anche alla parata in cui l’Ortica era alla testa del corteo ed ha stretto amicizia con il servizio d’ordine gay. 

 Abbiamo visto, ad esempio, il leader Francesco Romizi di Arezzo in Comune. Il quale (stiamo scherzando, il Romizi sappia che stiamo scherzando) come, a sua volta, s’è accorto che l’Ortica era in testa, anche lui è corso in testa alla parata.

toscana-pride-lortica3C’ha dato una gomitata e si è messo lui alla Hit.

Abbiamo rivisto volentieri e in perfetta forma il consigliere comunale dei pentastellati Lepri. Il quale in aula consiliare non ci va. Alla parata sì.

Non abbiamo visto ( e neanche ci interessa granché vederlo) il leader della speciale setta interna di OraGhinelli.

Quell’Angelo Rossi il quale, stando in maggioranza a destra e all’opposizione a sinistra, è blando nei confronti del suo sindaco e della sua maggioranza non partecipanti ad una parata gay mentre, invece, predica e scaglia addosso la croce ai cittadini qualunque che non ci vanno.

A coloro che non ci vanno e non ci sono andati per:

non per partito preso, non per ideologia, non per discriminazione, non per omofobia.
Ma semplicemente non ci vanno perché non c’hanno voglia di andarci neanche a vedere il corteo.

Oppure la pensano altrimenti sui diritti ai gay.

Senza commettere però un reato. Neanche d’opinione.

Senza essere omofobi.

O, limitandosi, forse, a fare qualche battutina, più o meno spiritosa, sugli omosessuali.

Un Pride è una Festa. Con certi dogmatici non è mai una festa.

L’Ortica è per la FESTA. Mai per la PREDICA.

Link correlato:
Toscana Pride: il giorno in foto 27 Maggio 2017

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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