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lunedì, Aprile 1, 2024
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La mi scusi caro gay ce l’ho con lei maleducato ed incontentabile

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Il fomento (lo stimolo) omosessuale è comprensibile.
L’adrenalina per il Pride anche.
Ma l’orgoglio impettito e il borioso sussiego mai.
La maleducazione giammai.
L’ORGOGLIO INCONTENIBILE OK.
INCONTENTABILE NO.

Quale oscenità sarebbe dire che dopotutto un Gay Pride non è mai una processione né marziale né educanda né castiganda?

La mi scusi caro gay ma ce l’ho fitta con lei.
Caro gay maleducato, lei mi irrita in quanto a causa sua mi tocca dare ragione e sostenere il Ghinelli.
Malgrado la mia radicale ed insopprimibile dissonanza dal sindaco.
E netta discordanza irriducibile da tutte le altre sfere, destre e civiche, di questa città.

Città di media dimensione in cui lei, caro gay, giunge sabato.
Quivi arriva con altri 20mila…30mila come lei…40mila…70mila me lo dica lei quanti sarete a a portare in parata l’orgoglio omosessuale. Bloccando, prima durante e dopo sta fiumana, la media dimensione di Arezzo.

Per forza di cosa la paralizza.
Arezzo non è una San Francisco, una Boston e neanche una New York.
Di una Grande Mela neanche arriva ad essere il torsolo.
Di conseguenza, andrà in tilt di sicuro, nelle ore di un corteo tanto imponente come il Gay Pride.

La città felicemente ( felicemente a seconda delle opinioni, se le opinioni sono tuttora ammesse) invasa (invasa non significa invadente) dall’orgoglio omosessuale andrà in game over.

Ma non è detto ed allora se non è detto significa che sabato sarà una bella giornata in generale…per chi sfila chi guarda chi se ne infischia chi è contro chi è d’accordo.
Bella per tutti.

E tutti dovranno ringraziare CHI se se sarà così come sicuramente così sarà?

Il Ghinelli, il sindaco di Arezzo.

Quello fiorentino, caro gay, è un Nardella di sindaco gay friendly ma non le ha concesso neanche il patrocinio.
Quello di Arezzo non merita alcuna medaglia per le piazze e le strade in cui sfilerà la parata,  in quanto è un sacrosanto diritto di lei, caro gay, di organizzarci il Pride e non una concessione.

Ma il merito di mettere le cose a puntino glielo vogliamo riconoscere ad un sindaco che senza essere un nardella di sindaco è un sindaco che sta facendo il suo dovere di sindaco?
O la logistica della manifestazione non sta impegnando anche il Comune?
Glielo vogliamo dare un merito di ospitalità?

Caro gay mi dica lei, non sarebbe il caso di andare a presentarsi educatamente al sindaco di Arezzo?

Caro gay, ce l’ho fitta con lei in quanto lei si è inacidito con il Ghinelli a causa di un auspicio, di un augurio, formulato da lui formulato da sindaco.

Le domando e dico:

Cosa c’è di immorale nel dire che dopotutto un GayPride  non è una processione né marziale né educanda né castiganda; cosa c’è di osceno nel dire che la parata omosessuale è fomento anche di qualche eccesso che non è semplicemente un folclore?

Il Ghinelli, caro gay, lei non lo va ad incontrare in quanto le sta sui coglioni perché ha formulato l’augurio e l’auspicio che l’orgoglio incontenibile non dia adito ad un altro tipo di fomento durante la parata?

Caro gay, l’adrenalina è comprensibile la maleducazione mai.
L’orgoglio incontenibile è un nettare, l’acidità impettita è un succo gastrico che lei, caro gay, non riesce a mandare giù neanche aiutato dalla gaiezza delle nozze gay e per le prossime adozioni gay.

Caro gay lei ha un orgoglio non incontenibile.
Incontentabile.
Monellaccio!

2 Commenti

  1. E’ divertente l’articolo, davvero.
    Mi sento di precisare però che ci sia ben poco di cui ringraziare il sindaco Ghinelli, che non ha trovato neppure mezz’ora del suo tempo per riceverlo il “caro gay” (salvo poi in extremis incontrare le Famiglie Arcobaleno ma solo perchè sollecitato da un impertinente giornalista).
    Chi davvero va ringraziato sono le forze dell’ordine tutte, dalla Polizia Municipale al sig. Questore, che hanno concertato e comunicato con gli organizzatori affinché la manifestazione si svolgesse in sicurezza e arrecando i minori disagi possibili alla città, e gli uffici comunali coinvolti che sono stati efficienti e collaborativi. A questo punto, già che ci sono, approfitto per ringraziare tutti i volontari e le volontarie delle associazioni LGBT che hanno organizzato la manifestazione, veri artefici di tutto e se il loro orgoglio è stato fin troppo incontenibile o incontentabile…bene così 😉

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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