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Musei prima di dire merda, bisogna ingoiare e zitti, se no è querela

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di Felice Cini

“Prima di dire che uno è stronzo bisogna assaggiarlo. Se sa di merda allora sì. Se no, si rischia una querela”.

Mi dissocio dal linguaggio non commendevole come “stronzo” e “merda” e neanche per antifona è mia intenzione associare questi termini alla questione su cui mi soffermerò.

La questione è un argomento di lana caprina, attinente , a mio avviso, con il significato della citazione virgolettata di un cineasta italiano di nome Marcello Marchesi.
Il significato che ci intravedo sta nell’ingoiare e zitti se si sta ad Arezzo, altrimenti è querela.

La questione su cui mi soffermo è il caso di un certo Alessandro Ruzzi, nostro concittadino portatore di punti di vista su tutto ciò che è opinabile (punti di vista da me non particolarmente condivisi).

Il caso del concittadino ci insegna che ad Arezzo c’è da andare coi piedi di piombo anche per musei e mostre temporanee. Occhio a farvi un’opinione! Semmai bisogna mettersi un paio di mutande d’amianto, foderate di acciaio inox, prima di dire ciò che ci viene da dire. E può non bastare.

Infatti, se per il cineasta italiano, da me citato, parlare non benevolmente di qualcuno può essere un argomento di lana caprina, se prima non lo si degusta, ossia non ci si documenta, ad Arezzo si va ben oltre e anche un museo e/o una mostra temporanea divengono argomenti tabù se non se ne parla più che bene, nonostante vi siano documentabili opinioni critiche a riguardo e nonostante si possa essere lungi dal voler dire che il concessionario del museo è stronzo e la mostra temporanea è di merda.

Occhio pertanto a giudicare e a giudicare non trionfalmente, soprattutto se il punto di vista scaturisce dall’angolazione di noi tutti.
Un’angolazione che il più delle volte non è particolarmente giornalistica e, forse, proprio per questo, non è particolarmente conforme all’opinione che altri vorrebbero che ciascuno di noi avesse.

Prima di rischiare il banco degli imputati, rei di disfattismo su argomenti da non mettere neanche in discussione a livello di opinione, siate menefreghisti e dimenticatevi di quel certo retrogusto deludente assaporato leggendo quanto riportato sui giornali locali negli anni.

Giornali in cui qualcuno, qualcuno di inattaccabile, ogni tanto fa notare che le cose non sono del tutto gustose a livello di gestione del sistema museale, neppure alla Basilica di San Francesco, scrigno di quel capolavoro pierfrancescano che si chiama Leggenda della Vera Croce.

Cinici, andate coi piedi piombati e siate cinici: anche se avete avuto occasione di degustare, ingoiate e muti.
Non fate come questo certo Ruzzi il quale, in un articolo, ha avuto l’ardire di computare alcune critiche, ricapitolandone altre sommariamente.
Cose già dette e ridette molteplici volte da innumerevoli altri, tutti arrischiatisi a dire ciò che si dice di non gustoso su come vanno le cose in proposito.

Achtung! anche un museo e una mostra temporanea sono terreno cosparso di ordigni.
Achtung! Achtung! La vostra opinione potrebbe attivare la spoletta di una querela.
Achtung! Achtung! Achtung! il vostro punto di vista potrebbe finire sulla mina, facendo esplodere qualche disappunto Achtung! Achtung! Achtung! Achtung! La vostra opinione non professionale e neanche professorale potrebbe finire nel tritacarne in cui la manda una coda di paglia.

1 commento

  1. Sarò controcorrente, ma il punto non è che non si può commentare negativamente, ma che se qualcuno ha scritto delle cose false, ci sta che subisca la reazione di chi viene accusato. Bisognerebbe avere il senso del limite!

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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