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Arezzo si ripulisce la coscienza e nomina le vittime di Bancaetruria personaggi dell’anno

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Qualcosa dovrà pur voler dire se la presidente dell’associazione Vittime del salva-banche, Letizia Giorgianni, fino ad un anno fa una perfetta sconosciuta, è stata eletta personaggio aretino dell’anno nel sondaggio de La Nazione.
E’ come una pentola che si cercava di tenere coperta ed è esplosa.

Ci hanno provato in tutti i modi, chiamando speculatori i piccoli risparmiatori retail che prendevano tassi , spesso inferiori ai BTP e provando a confonderli con gli “istituzionali”, cioè le società speculatrici vere che, loro sì, usufruivano di tassi al 7%.

Ci hanno provato ad attaccare questo treno di piccoli risparmiatori, gran parte anziani che avevano investito in subordinate, i risparmi di una vita, prodotti considerati da tutti, fino al 22 novembre 2015 sicuri, proprio perché di una banca ( e non era mai successo il contrario) con il silenzio di Consob e Banca d’Italia.

Ci hanno provato con il silenzio dei rappresentati istituzionali del territorio e di certe categorie economiche legate al carrozzone del potere, pensando che il piccolo treno di risparmiatori deragliasse in poco tempo.
Poi è venuta la scorretta informazione dell’arrivo dei rimborsi, lenti ma che arrivavano, tralasciando il fatto che questi, oltretutto parziali, riguardavano solo una piccola parte degli obbligazionisti, nemmeno un terzo, per assurdi paletti messi da menti malate, creando una ulteriore disparità tra risparmiatori che si vedevano anche per poche centinaia di euro esclusi dalla procedura.
Mentre un fantomatico arbitrato, previsto nel decreto, scompariva con la disinvoltura dei giocatori delle tre palline che si trovano d’estate lungo le strade del mare.
E poi completo silenzio per l’espropriazione dei diritti degli azionisti.
E nessuno che ricorda come il decreto ammazza risparmiatori fosse stato emanato addirittura prima dell’ingresso del Bail in!

A cambiare le carte in tavola c’è stata la vicenda del MPS dove lo stato si comporta in maniera completamente diversa, salvaguardando gli obbligazionisti retail e quindi rispettando l’art. 47 della Costituzione, tramutando quelle maledette subordinate, che a questo punto sappiamo essere state una trappola che credo nessuno ci cada più, prima in azioni e poi in obbligazioni ordinarie: proprio quello che l’associazione vittime salva-banche richiedeva.

Ora, con l’avvicinarsi delle elezioni una ondata di buoni propositi da parte di tutte le forze politiche, anche di quelle che avevano sparato contro il treno dei risparmiatori, sembra occupare la scena.

Ma oramai solo il risultato finale di considerare i risparmiatori di Bancaetruria uguali a quelli del Monte dei Paschi di Siena, che dista pochi chilometri da Arezzo, potrà sanare la vicenda. E occorrerà una giustizia completa punendo chi ha depredato quelle banche, punendo i corresponsabili politici e mettendo alla gogna i trafficoni di ogni genere. Dovranno essere i cittadini italiani a pretenderlo se non vogliono continuare ad alimentare questi delinquenti.

Altrimenti il treno dei risparmiatori di Bancaetruria e delle altre tre banche in liquidazione, continuerà la sua corsa e, come dice una vecchia canzone, correrà sempre più forte, lanciato contro l’ingiustizia!

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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