Abituati come s’era alla Bindi, alla Fornero e alla Cancellieri, il suo ingresso a palazzo Chigi è stato un vero colpo estetico di Stato.
Abituati alla Bindi, a la Fornero e alla Cancellieri, ch’era meglio l’orco di Pollicino, il su’ ingresso a palazzo Chigi è stato un vero colpo estetico di Stato. Su questo non possono obbiettare manco i grillini. E’ una di quelle che fanno rima col virus Zika, ch’ha infettato anche la Bpel. Bella e secchiona era n’anomalia già al ginnasio ‘n do’ il Giugnoli la vide e tentennò come il Leopardi con Silvia.
Ma la Maria Elena era tutt’un’altra cosa in quella schola tanto cara a Renzi e a la su’ moglie, la quale sta a la Boschi guasi come le ministre di prima.
Una come lei poteva fare anche le sfilate a Pitti donna e la statua d’Afrodite nel giardino di Boboli, o nell’androne del Liceo Petrarca che s’è onorato d‘avella tra i suoi allievi. Papà Boschi l’ha fatta come Fidia.
La sua figliola è n’opera d’arte, una Venere di Milo coi bracci e anche più statuaria.
Con quel’occhioni verdi sempre sgranati come due rosari, pare l’Heidy del Cantone di Laterina e ti frega.
Heidy ha fatto Bail in col Senato. Dopo cinquant’anni di discorsi l’ha schiodati e l’ha mandati tutti a casa, n’un coro di grilli e di cicale protestanti più dello stesso Martin Lutero nel millecinquecentodiciassette.
Ha conciliato l’opposti: Vendola e Brunetta, Salvini e l’arcigay, Razzi e Rodotà, il Fatto e il Giornale.
Una cosa impressionante: tutt’inveleniti uguale co’ la Maria Elena. Per non parlare dei poveri senatori, inchiodati da la Boschi come Gesù Cristo sul Calvario e senza manco un centurione co’ l’aceto.
Un po’ Maria immacolata, un po’ Elena di Troia, un po’ Mao e un po’ mamma Angiolina quando facevo i versi a tavola, Heidy coi su’ occhioni sgranati glià fatto: “Un volete mangiare?” – s’è piazzata lungo l’Arno a’spettare e ha mandato i cavalli di Caligola a l’Equestrian Centre.
Ora non si sa com’andrà a finire per le Idi di dicembre che ricorre San Giulio Cesare martire, ma era dai tempi d’Amintore che incurvò l’autostrada che un si vedeva n’impresa del genere.
Solo per questo, per me, la Maria Elena merita un monumento e non c’è manco bisogno di guadrini o di vestiti: basta mettecela così com’è, tanto Rohani ‘n Italia c’è già stato, ma i grillini piutosto farebbero il bronzo d’Arcore in casa Casaleggio e la vogliono lapidare dal balcone ‘n do’ s’afacciò Garibaldi. Ma se quando sono cominciati i casini a la Bpel, la Maria Elena unn’era manco nata?
L’unico che dev’essere incazzato con lei per il pasticciaccio di Corso Italia, è papà Boschi.
Per me, se l’accuse saranno provate, sarebbe da ataccare al Petrone in Piazza Grande, ma se la su’ figliola avesse fatto l’opera d’arte o miss Italia a Castrocaro, non si sarebbe accorta di lui manco la Costamagna e avrebbe soggiornato, a Laterina o a San Benedetto, tranquillo com’un ragno.
Dal libro: Can de’ svizzeri in uscita18 novembre, presentazione ore 17,30 presso libreria Mondadori ad Arezzo