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venerdì, Marzo 29, 2024
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Arezzo, i portici di via Roma? Piccionaia, discarica di guano e altro degrado

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portici-via-romaAd Arezzo, sotto i Portici di via Roma, sopra le teste di quanti vanno in banca e in hotel o da barbiere libreria ristorante bar oppure  attraversano il loggiato pavimentato a marmo, finemente tinto a pastello e raffinatamente intarsiato da geometriche fantasie,  c’è una grossa quanto spiacevole piccionaia.   Un habitat  indegno di una sordida periferia igienicamente sottosviluppata, se non fosse che siamo nel  cuore in cui ad Arezzo palpitava un elegante salotto buono mentre ora  cresce, nella noncuranza dell’amministrazione comunale,  una poco naturale piccionaia e salubre meno ancora colonia del volatile urbano più indesiderabilmente molesto che vi sia: il piccione.

Piccionaia e discarica di guano: ma il Comune gli occhi ce li ha? La telecamera no!piccione_guano

E se il loggiato, ridiventato il fantasma indecorosamente imbrattato e sudicio del porticato di un tempo, è l’habitat guarnito dagli escrementi, copiosamente sversati dall’alto (piove  il guano, croce e mai delizia associata all’invasiva presenza di piccioni), basta aggirarsi intorno alla maestosa architettura di uno degli angoli che fu dei più signorili del centro cittadino, per fare un tour nel degrado. Nella indecenza urbana nuovamente imperversante in varie forme in questo centralissimo punto, orlato dalle vie Roma, Madonna del Prato, Corso Italia e, dentro, Piazzetta Sopra i Ponti. Ma il Comune, è la domanda, gli occhi ce li ha? La telecamera no, è accertato.

Scritte murali, degrado, videosorveglianza fuori uso

scritte-muraliSe fosse uno scrigno conterrebbe il peggior repertorio di ciò che sta andando in malora,  ieri come oggi, in materia di decoro cittadino, privilegiatissimo banco di promesse elettorali finora in pochissimi casi rispettate. Questo è uno dei tanti casi:     la sovrapposizione di scritte e graffiti murali stanno a testimoniare che qui il Comune non interviene chissà da quanto e da quando,  neanche a stendere un velo pietoso. La panoramica,  dal loggiato attraverso il vicolo che lo collega alla piazzetta e da qui a via Madonna del Prato attraversando la galleria sotto cui si affacciano le vetrine dei negozi, è una desolante sequela di sfregi partoriti dalla piatta creatività armata di bomboletta spray e di ogni altro mezzo atto a scarabocchiare i muri. Senza neanche il pericolo remoto di essere visti dall’occhio della videosorveglianza. Che c’è. Ma è come se non ci fosse.

L’incuria a dir poco mortificante, Comune batti un colpo, se ci seitelecamera-videosorveglianza

Paradossalmente, in Piazzetta Sopra i Ponti anche il sistema automatizzato di controllo della città concorre a rendere l’endemico degrado causato dal teppismo latente un degrado peggiore. La telecamera c’è, fa rassicurante mostra di sé, appostata lassù, dove dovrebbe essere e funzionare a dovere,  ma…semplicemente è fuori uso. A dir poco mortificante. In questo caso il vandalismo non ha colpe. Qui la colpa si chiama incuria. Comune batti un colpo, se ci sei!

Gli esercenti e i commercianti sono stufi

degrado-scritte-muraliUna volta ad Arezzo si diceva che colui il quale non fosse andato sotto i portici non poteva dire di avere lavorato. Poi il loggiato diventò il fulcro della Dolce Vita giovanile in versione locale. Seguirono anni in cui la vita sociale lo disertò e passò dal lato opposto. Un cronista cittadino, intelligente osservatore dei cambiamenti del costume scrisse che sembrava come se fosse stato eretto un altro Muro di Berlino tra i Portici e l’altro lato di via Roma. Era il 2007. Gli esercenti si prodigarono in idee ed investimenti per ridare lustro al loggiato. Oggi è di nuovo in uno stato che dire pietoso è un eufemismo e definire vergognoso è riduttivo. E’ ritornato allo stato di dieci anni or sono. Queste foto lo  documentano e non suggeriscono alcuna ironia ma uno sdegno puro. A parte un dettaglio che forse può favorire un mezzo sorriso.

Neanche la banca salva dalle piume

piume-piccioniLa Cassa di Risparmio di Firenze fu mecenate del restauro e del risanamento del porticato, purtroppo ritornato ad essere il regno di moleste colonie di piccioni. Oggigiorno si dice che entrare in una qualsiasi  banca significa farsi spennare. Attenzione, però: le piume visibili in questa foto sulla soglia dell’istituto di credito, che sta sotto i portici, non sono di un cliente. Sono di un piccione.

 

                                           Altre immagini della vergogna

 

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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