“On line non ci si improvvisa”. (cit. assessore Marcello Comanducci, dal Consiglio Comunale del 29 settembre scorso). Saggio, molto saggio. Ma qua di consistente c’è esclusivamente l’avvicendamento di mirabilandia in mirabilandia. Mentre ciò che di concreto ci sarebbe da fare (on line e, soprattutto, non on line) di questi tempi e visti i tempi (mala tempora currunt) è esiliato nell’incantesimo degli articoli di giornale. O nel sortilegio delle interviste televisive. E qualunque prospettiva invece di essere tangibile è un “vedremo che fare”.
Di questo passo Arezzo sta diventato ad immagine e somiglianza del Paese di Oz. On line e non on line.
Come nel magico mondo di Oz anche ad Arezzo bisogna indossare occhiali speciali per non essere accecati dalle faville dei grandi eventi continuamente propalati dai reggenti di questa Terra di Ghiottoni di parodie estive e luminarie invernali. E mentre l’assessore Comanducci sta ponderando da più di un anno l’innovativo format digitale con cui dare impulso alla benedetta promessa di un turismo massa e nel frattempo non si semplifica la vita dandoci qualche certezza promozionale e non l’ennesimo preambolo, rieccolo a coccolare la velleità di gremire Arezzo, ufficialmente rinominata Oz, con chissà quanti stranieri paganti in alberghi ristoranti bar anche a Natale. Benché, a giudicare dal calendario, siamo in una stagione in cui le foglie ancora stanno sugli alberi (e anche secondo Ungaretti “si sta come d’autunno le foglie sugli alberi) ma la giunta comunale non abbia mosso una qualche concreta foglia dall’ultima volta in cui ci aveva sfolgorato con la precedente mirabilandia che si chiamava Back in Time.
A due Consigli comunali di distanza dalla ripresa dell’attività amministrativa, tutto tace lungo ogni altra linea del programma di governo della vita cittadina mentre a trasportarci in un altro fantastico volo di quaranta giorni fino alla prossima mirabilandia tocca di nuovo agli auguri di Happy and Merry Christman. Il paesino di Oz è servito con le faville della prossima venuta di una ruota panoramica, con la fiammella di una rieditata pista del ghiaccio, con l’oramai habituè villaggio tirolese e di quant’altro potrà sortire dal cappello magico dell’assessore ai grandi eventi. Nel quale riponiamo la remota speranza che depositi almeno qualcosa sotto l’Albero di Natale che non siano faville e non sia un altro “vedremo sul da farsi”. Ma non sembra ne abbia l’intenzione.
Più Concretezza, meno Babbo Natale, ci vorrebbe. Ma che risponde Comanducci? Risponde con un “Vedremo!”, da perfetto Mago di Oz. E dire che lo dice in primis lui: Arezzo ha bisogno di un nuovo progetto digitale per affrontare la sfida di promovere nel mondo…bla bla bla! Orsù, forza, su questo non ci piove. E’ un bisogno sacrosanto. Azione!, perdinci. Ma anche no!. E, infatti, l’assessore all’Innovazione Tecnologica che ci dice?. Ci propina il grande evento di un altro:“Vedremooooooo!”. Alè.
Comanducci il cappello da Mago di Oz se l’è messo in capo da un anno e mezzo, pertanto, se lui stesso in primis sostiene e docet che “in on line non ci si improvvisa” e saggiamente ci illustra che la strada per promuovere Arezzo non passa da “Italia.it, una delle pagine peggiori che abbia conosciuto la storia ‘digitale’ di questo paese”, vuol dire che c’è un’alternativa, no? Significa che lui ce l’ha nel suo cappello da Mago di Oz, o no? E perché non la tira fuori? “Vedremo – però dice compassato – se nel 2017 ci bastano le risorse incamerate dalla tassa di soggiorno”. Ah, ecco, gli spiccioli, contiamo sugli spiccioli e, oltretutto, bisogna aspettare il dopo kolossal natalizio ( ruota panoramica, pista di ghiaccio, il villaggio tirolese e altre mirabilandie) anche per contare gli spiccioli da investire.