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lunedì, Aprile 1, 2024
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La Tanti . . .

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Come la tascabile Lucia è ruzzolata dalla Provincia al Comune, tra la corazzata Potiomkijn, il Romizi, i Funghini e il Vin Santo.

Pare ‘na bambolotta di quelle che una volta si mettevano sul letto matrimoniale ma, invece della ceramica cià l’argento vivo adosso e non vol seghe.
Non sta bona e non si zitta un minuto e il Ghinelli, tutte le volte, gli deve dare il ciuccio col nastrino azzurro dei bambolotti maschi, sennò si mette a strillare come la sorella di Charlie Brown, che gli si vedono anche le tonsille. Cià du’ occhi da vispa Teresa anche s’è Lucia e l’han messa lì perché si chiama Tanti.
Dopo il Romizi, che non ce n’aveva per far cantare un ceco, era n’augurio.
Tonda com’è pare la versione al femminile del Civitelli, perché la destra se non sono palle a lo sport non ce li mette come, se non sono ingegneri, non li fa sindaci.
Se col Civitelli ci giocavano al pallone dietro Marciano, co’ la Tanti ci fanno il tennis perchè sta anche in tasca. Da quando Renzi, che beninteso non ha niente a che vedere col su’ Renzo e è peggio dell’Innominato ha abolito le Provincie, la Lucia era armasta senza stipendio e senza tetto.
Così è montata ‘n carrozzina, ha barullato l’avite scale del Vasai che pareva la corazzata Potiomkijn coi bolscevichi al posto dei soldati dello zar e, tra le pallottole che fischiavano come rondoni, è aprodata in Comune d’addetta alle politiche giovanili e, ‘ntanto, s’è occupata lei. Il Ghinelli, appena l’ha vista, glià regalato un biberon per cominciare a risolvere i problemi de l’infanzia.
Poi, siccome essendo Tanti non ne pole far poche, glià dato di giunta lo sport, le politiche sociali e le schole perché, se gli metti ‘n grembiulino e un fiocco rosa, è perfetta per fare l’astine a l’Aliotti, o la matricola alla Masaccio, una scuola ch’ha tanti anni e profuma ancora dell’architettura di quel Ventennio, che ci ricorda Roma caput mundi e fa morire di nostalgia i moderati azzurri.
Per me la Lucia dovrebbe essere eletta a Ca’ Raffaello, perché è adatta alle dimensioni del paese e così, quando unn’è col Ghinelli a palazzo Cavallo, potrebbe fare il caratello del Vin Santo con cui padre Gratien cantava Messa.
Invece da la caccia a le farfalle sui campini del Funghini, come la vispa Teresa e il su’ sogno resta Arcore. Per fare l’olgettina gli manca mezzo metro bono, ma però è sempre più alta di Brunetta.

Dal libro: Can de’ svizzeri in uscita18 novembre, presentazione ore 17,30 presso libreria Mondadori ad Arezzo

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Giorgio Ciofini
Giorgio Ciofini
Giorgio Ciofini (Giornalista e Scrittore) Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli e il Can di Betto e in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.

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