Quando i giornali furbeggiano per qualche lettore in più. Una delle notizie più lette e commentate in queste ore riguarda il fatto che masturbarsi in pubblico non è più reato penale (in effetti forse aveva senso che fosse “penale”…). Si tratta di una notizia stuzzicante, tanto che l’hanno data un po’ tutti i giornali. Se però si va a leggere bene, si scopre che il decreto legislativo che lo prevede non è di oggi ma del 2015 e che di oggi è la sua prima applicazione per il caso di un tizio che si masturbava in vista di studentesse universitarie. Il signore in questione aveva fatto ricorso alla corte di appello di Catania dopo essere stato condannato a tre mesi di reclusione e poco più di 3000 euro di multa.
la corte di appello ha riconoscuto che il fatto non costituisce più un reato, ma la multa prevista va da 5000 a 30000 euro. In sostanza, visto che una condanna a tre mesi di reclusione non comporta alcuna conseguenza (nemmeno la mensione sul casellario giudiziale), al nostro “eroe” è stato risparmiato il carcere virtuale in cambio di una mega multa reale…
Pare che dopo la sentenza il masturbatore solitario abbia inseguito a piede libero il proprio avvocato cercando di menarlo.
Insomma, alla fine e per scandalizzare un po’ i lettori, i giornali hanno puntato l’attenzione sulla depenalizzazione, ma non sull’aggravamento della sanzione; un modo per non affollare le carceri o non comminare pene che non hanno alcuna conseguenza, e anche far pagare soldi veri agli imbecilli.