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martedì, Aprile 16, 2024
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Arte contemporanea in Piazza Grande

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Chi ha detto che sono troppe tre edizioni all’anno del Saracino? Certo troppe non sono per Cicerchia e Scortecci che ne vincerebbero anche dieci all’anno, ma sono anche poche per chi come il vicesindaco Gamurrini si vestirebbe ogni giorno da musico.

Prima o poi si troverà a chi e a che dedicare almeno una quarta edizione straordinaria.
E a forza di fare Giostre anche i turisti che vengono in Piazza Grande per vedere una delle piazze più belle d’Italia, cominceranno a capirci qualcosa, visto che Rai, Mediaset e SkY si guardano bene da spiegarglielo con una diretta da Piazza Grande.
Se riusciranno a capirci qualcosa può anche darsi che non scappino da Piazza Grande come stanno facendo da quando la Piazza è stata arricchita di un monumento in tubi Innocenti da far invidia a Icastica.

montaggio-tribunePeccato che le tribune , almeno per quest’anno, verranno smontate dopo tre edizioni della Giostra: i turisti che arriveranno in Piazza Grande, sicuri di trovarci anche i tubi, rimarranno, almeno per quest’anno, delusi.

Dovranno accontentarsi di ammirare il capolavoro architettonico del Palazzetto della Fraternita, che c’era anche prima che lo scoprisse il nuovo primo rettore, le Logge e la Fontana del Vasari che ora butta acqua ma qualche volta anche fango, lo spettacolo dell’abside della Pieve con i ricami delle sue monofore.
Ma per chi ama tutto l’anno i tubi Innocenti, si può sempre provvedere con una gigantografia delle tribune, e un impianto sonoro che diffonda la musica: delle chiarine.

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Campano a martello
Campano a martello
Niente paura: il campano di Palazzo Cavallo ha suonato a martello una volta sola, e per sbaglio. Successe il 16 luglio 1944 quando per festeggiare la liberazione di Arezzo, chi salì sulla torre, era troppo felice per pensare ai significati dei rintocchi. Bastava che il campano tornasse a suonare. Anche ora il campano vuol suonare come quel giorno di festa: agli aretini di allora bastò che suonasse, non importa se a martello, per sentirsi finalmente liberi. Perché non dovrebbe bastare anche agli aretini di oggi che suoni a martello anche per sbaglio, purchè risvegli la città dal sonno e festeggi una nuova conquista di libertà?

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